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La stazione Centrale di Milano per il momento è un luogo sicuro (forse)

Dopo i 6 feriti nelle aggressioni avvenute nei mesi scorsi e dopo i numerosi interventi “ad alto impatto” delle forze dell’ordine , la Stazione Centrale di Milano negli ultimi giorni sembra vivere un momento di risorgimento.

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I controlli sono al momento continui e serrati. La presenza continua dei Carabinieri, della polizia di Stato, della Guardia di finanza, dei militari dell’esercito, della polizia locale e di numerose associazioni di sorveglianza, e anche di volontari, scoraggiano la presenza di rapinatori e accoltellatori. Mercoledì ci ho fatto un giro, in serata, e i drogati, che poi sono anche quelli del piccolo spaccio, si contavano sulle dita di una mano. C’era un solo clochard, una povera donna, seduta su uno dei gradoni della scalinata interna alla stazione, mentre i nordafricani che tanti problemi hanno dato nelle scorse settimane, sembrano spariti. Non ce ne sono neppure sotto i ponti della Stazione, dove solitamente posizionavano materassi, tende e altri giacigli di fortuna.

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Dove sono andati?

Una parte di questi personaggi che popolavano la stazione Centrale sono stati arrestati dai numerosi blitz effettuati dalle forze dell’ordine. Controllando documenti e identità sono stati identificati quelli che avevano pendenze con la giustizia. Dopo le identificazioni sono stati arrestati e portati nei luoghi in cui pagheranno il loro debito.

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Non si è trattato di arresti eclatanti o di operazioni sceniche, ma un discreto operare che ha dato i suoi frutti: l’arresto di un borseggiatore su un treno oggi, il fermo di uno spacciatore che aveva addosso qualche dose di cocaina domani, la denuncia di qualche consumatore sorpreso nell’acquisto, qualche “pettinata”, cioè operazioni in cui vengono controllate un centinaio di persone alla volta, comprendendo anche gli esercizi commerciali della zona. Insomma quelle cose che difficilmente fanno notizia, ma che, insieme a perseveranza e determinazione hanno riportato la stazione Centrale di Milano ad essere un luogo tranquillo e sicuro.

Chi non è stato preso ha mangiato la foglia e si è trasferito da qualche altra parte. Le case abbandonate e fatiscenti a Milano sono molte e sono tutte abitate “di fatto”. Quelli rimasti in zona si saranno rintanati in quelle case, ad aspettare che le acque si calmino per tornare in stazione? Forse, però, in attesa dell’arrivo della Pasqua e dei turisti, mercoledì non c’erano nemmeno i soliti nomadi che stazionano a chiedere la carità ( e a sottrarre portafogli) vicino alle biglietterie automatiche nella galleria della stazione della metropolitana.

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Da mercoledì ad oggi

Mentre scrivevo, e devo riportarlo, mi hanno segnalato l’aggressione di una donna di 23 anni avvenuta questa mattina alle 11 circa nel mezzanino della metropolitana di piazza Duca d’Aosta. E stata soccorsa e portata , in codice verde, al pronto soccorso dell’ospedale di Città studi. Non so ancora cosa sia successo. Non vorrei scriverlo, ma probabilmente la pace faticosamente riconquistata in Stazione Centrale si è già incrinata.

La colpa? Non ci sono colpe. Per mantenerla ci vuole tempo, pazienza, determinazione, perseveranza, perchè non appena ci si rilassa, quelli tornano. Non si può dare la tranquillità e la sicurezza come beni acquisiti, di questi tempi. Il problema si sposta, ma la soluzione definitiva è ancora lontana. Intanto però, si continua a lavorare, per il bene di tutti.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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