TrasportiMagazine

Un bambino investito da un auto a 50 km orari muore nel 55% dei casi

Nella maggioranza delle strade urbane il limite di velocità massima è di 50 km all’ora, ma un bambino investito da un’ auto che viaggia a 50 km orari, nella metà dei casi di investimento perde la vita. E’ una statistica dimostrata dai crash test.

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“50 all’ora” è una velocità che, mentre si è al voltante di una qualsiasi automobile, è percepita come bassa. Il motore sforza, si fa fatica a inserire la marcia, i giri sono troppo alti per la seconda e troppo bassi per la terza. Il rumore del motore in questi casi è una tortura per le orecchie. Dando anche solo una piccola acceleratina il problema è risolto e il contachilometri segna fra i 50 e i 55 km orari. A questa velocità si è ancora entro i limiti stabiliti dalla legge, ma la percentuale di morte di un bambino investito a questa velocità si alza di parecchi punti percentuali. La percentuale si sposta fra il 65 e il 70% dei casi.

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cambiamenti. Social journalism

Il video di un crash test

Non è che vada meglio a velocità più basse. Il colpo che un’automobile può dare, viaggiando a 30 km orari, ad un bambino che salta in mezzo alla strada è comunque sufficiente ad ucciderlo in circa il 15% dei casi e a procurargli delle lesioni gravi o permanenti il 40% alle volte. Sono dati medi fra quelli che ho visionato in vari studi effettuati con manichini e stuntman in laboratorio, pubblicati da alcune organizzazioni serie, fra cui anche l’istat. Non sono percentuali precise, impossibili da avere, ma danno l’idea di quello che può succedere. Qui sopra il video di una prova effettuata con un manichino dalle forme adulte. Si può immaginare ciò che succede ad un bambino investito da un’auto?

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Il bambino investito da un’ auto che “andava piano”

Su uno studio pubblicato da stradelandia ho trovato uno schema di correlazione fra la velocità di un’auto e la spinta che imprime ad un pedone investito. Stiamo parlando del volo che fa chi è investito da un’auto. E’ una media, che può cambiare se si tratta di un di un uomo adulto o di un bambino investito da un’ auto.

Cosa succede ad un bambino è investito da un auto?
Fonte schema stradelandia.it documento 63.pdf

E un dato che si modifica anche in base al tempo di reazione dell’autista e se l’auto è in frenata o in accelerata. Un pedone fermo colpito da un’automobile che sta viaggiando a 30 km orari vola di circa 8 metri. Se il pedone si sta muovendo, si conta anche la sua velocità. Il volo, e la velocità in cui si è “sparato” il pedone, aumenta. Quindi aumenta la forza con cui impatta sul terreno cadendo.

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Sulla strada la “questione percentuali” interessa poco. In una strada stretta, che costeggia una scuola sui cui marciapiedi si aprono i cancelli usati dai ragazzi, che sono spesso distratti dagli amici, dagli smartphone, dalla fretta per non arrivare in ritardo, che saltano da una parte all’altra della strada senza guardare, veloci e imprevedibili come scoiattoli, un’auto che va a passo d’uomo può già fare grossi danni.

Anche un bambino investito a 20 all’ora può essere un disastro

Ecco perchè quando la polizia locale, o il nonno vigile, o chiunque altro, invita gli automobilisti ad abbassare la velocità mentre si passa davanti alle scuole, la risposta ” ma sto andando a 20 all’ora!” è inadeguata. La tabella pubblicata qua sopra lo dimostra. Altrettanto inadeguata è questa risposta se la strada stretta è piena di bambini e ragazzi che vanno a scuola in bicicletta o a bordo dei famigerati monopattini.

Anche se si è in ritardo, anche se la mattina è cominciata male, anche se dal lavoro hanno già chiamato tre volte per sapere dove sei, ringrazia l’agente che ti fa segno di viaggiare a passo d’uomo davanti ad una scuola. Non lo fa perchè è un fanatico. In quel momento previene un pericolo e fa in modo che la tua giornata non diventi la peggiore della tua vita, quella in cui eri alla guida dell’auto responsabile del ferimento, o della morte, di un bambino investito.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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