Codice verde, codice giallo, codice rosso
Il nostro giornale pubblica molte notizie di cronaca, e usiamo termini che per noi sono routine quotidiana. Vale la pena di spiegare cosa siano il codice verde, il codice giallo e il codice rosso nel gergo del soccorso e dell’emergenza, perchè sia chiaro a tutti i lettori.
Quando parliamo di codice verde, codice giallo e codice rosso intendiamo i codici con cui l’agenzia regionale emergenza urgenza, Areu, suddivide le emergenze che necessitano dell’intervento di squadra di sanitari e di ambulanze. Si tratta di codici di priorità nel soccorso e determinano la velocità con cui il ferito deve essere portato in ospedale.
Molto spesso il colore indica anche a grandi linee la gravità delle ferite del paziente, ma non ne indica le possibilità di sopravvivenza o i danni alla salute che potrebbe avere in seguito a quanto gli è capitato. Un codice rosso lo si può avere sia nel caso di un arresto cardiaco sia del caso del taglio di una vena o di una arteria importante.
In ambedue i casi l’intervento medico deve essere il più veloce possibile. Però se i medici arrivano in tempo a suturare il taglio, il paziente ha poi generalmente una prognosi favorevole, mentre nel caso dell’arresto cardiaco, anche se si arriva in tempo, le cure al paziente dureranno molto e dipendono anche da cosa ha causato l’arresto del cuore.
Lo stesso vale per il codice verde. Dal nostro punto di vista, di giornalisti, significa solo che il paziente è in condizioni tali da non essere in pericolo di vita e quindi può essere trasportato in ospedale con più calma e sicurezza. L’ambulanza, cioè, non ha bisogno di correre. Questo non significa però che le condizioni del paziente non possano essere complicate. Una persona che si rompe entrambe le braccia ed entrambe le gambe potrebbe essere trasportata in ospedale in codice verde ma questo non toglie che abbia davanti a sè diversi mesi di ricovero in ospedale e di cure.
Il codice giallo è una via intermedia. Ci dice che vi è la necessità di sbrigarsi, che il pericolo di perdita della vita esiste, ma non è immediato. Il caso classico è il trauma alla testa, dove la commozione cerebrale può verificarsi nelle 48 ore dall’incidente. Oppure gli incidenti a bambini, anziani o persone già malate, in cui il nuovo evento potrebbe aggravare le condizioni di salute preesistenti. Oppure i tagli, i pugni, e tutte quelle lesioni abbastanza profonde da poter causare degli shock settici.
Dopo la notizia e dopo l’emergenza
Solo alcune volte ciò che succede al paziente dopo il trasporto in ospedale rientra fra le notizie. Passata l’emergenza e l’attualità della notizia, ha infatti più importanza aver rispetto della volontà del paziente che potrebbe non voler far conoscere le sue condizioni di salute. Quindi alle volte si può scrivere come sta, se è guarito, se ha riportato danni permanenti, altre volte invece non si può. C’è una parte del codice deontologico dei giornalisti che è molto chiara su cosa si può scrivere, in che modo e quando, rispetto alla salute delle persone.
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