25 aprile. Par tera, par mar, par San Marco
Venezia – Per la prima volta dopo 219 anni si è tornati a festeggiare, il 25 aprile, San Marco, a Venezia. L’ultima volta fu prima dell’invasione di Napoleone. Fino a ieri era in vigore il divieto di gridare viva San Marco e di mostrare il Leone. Una festa di vera Liberazione, che il Pd commenta dicendo che “è stato svilito il 25 aprile come festa della liberazione”, (ma che vadano a ranare).
Il 25 aprile 2016 è stata la prima volta, dopo 219 anni, che si è potuto festeggiare San Marco a Venezia, con i permessi comunali e regionali, prefettura e questura comprese, completamente in ordine. Gli altri anni si era sempre a rischio di arresto. Una folla immensa con tripudi di bandiere rosse e oro raffiguranti il Leone di San Marco ha invaso la piazza, e invaso i cuori, seguendo di poco le celebrazioni delle Pasque veronesi 2016 che hanno avuto altrettanto successo.
La gloria di San Marco e della Serenissima Repubblica di Venezia
Come a Verona la scorsa settimana, in piazza San Marco si è sentito riecheggiare il motto di Venezia: ” par terra, par mar, par San Marco!”. Il motto ricorda che i domini e la gloria di Venezia sono per la gloria di San Marco, sia quelli di terra sia quelli di mare. Un motto orgoglioso e romantico, come orgogliose e romantiche sono Venezia e la sua repubblica. La rievocazione storica è stata organizzata dall’associazione culturale Raixe Venete, e vi hanno partecipato tutti i movimenti culturali legati alla storia e al futuro della Serenissima.
A Verona, per San Marco, alle 17, 30 si è tenuta la Messa cantata in rito romano antico, nella chiesa di sant’Antonio di Villa Bertoldi a Settimo Pescantina (Vr) all’interno delle iniziative del comitato per le Pasque Veronesi.
Questa Messa interpreta l’animo profondamente religioso dei Veneti ed è un momento particolarmente commovente del saluto a San Marco, patrono principale di tutti i Domini Veneti, ed è stata celebrata da don Floriano Abrahamowicz in ricordo e onore dei caduti delle Pasque veronesi, l’insurrezione anti -napoleonica che iniziò il 17 aprile 1797 e si concluse, con la caduta della città, nel giorno di San Marco, il 25 aprile 1797.
Assistere a quella Messa, ci sono andata l’anno scorso, è qualcosa che prende il cuore e non lo lascia più. Questo misto di spiritualità, di storia, di politica, di tradizione e progettazione del futuro è forse la caratteristica più forte del Veneto di oggi, oltre che di quello di ieri. Una repubblica che ha per simbolo la bandiera di un evangelista non può essere che così: profondamente spirituale, profondamente cristiana e profondamente pratica.
Il mio 25 aprile è San Marco
Il 25 aprile è San Marco, patrono della città di Venezia e della Serenissima repubblica Veneta. Il leone è il simbolo dell’evangelista, ed è per questo che le insegne di Venezia lo riportano, in tutte le sue varianti, con i colori della città, rosso e oro. La bandiera del Veneto si chiama insegna marciana per questo motivo. Erano 219 anni che era proibito festeggiare la festa nazionale veneta nella sua capitale, a Venezia. Un divieto cominciato con l’invasione napoleonica e strenuamente portato avanti sia dall’impero austriaco che aveva creato il Lombardo Veneto, sia dallo stato italiano che si è spinto per ben due volte ad arrestare, incarcerare e processare chi aveva osato sfidarlo e festeggiare ugualmente San Marco a Venezia. Credete siano cose dei secoli passati? Credete mi riferisca al ventennio fascista? No, non è così.
La prima volta fu nel 1997
Li chiamano ancora i Serenissimi del campanile di San Marco, ve li ricordate? Gilberto Buson, Moreno Menin, Andrea Viviani, Cristian e Flavio Contin, Luca e Faust Peroni, Fausto Faccia e Antonio Barison e Beppe Segato. 10 veneti che, per festeggiare San Marco e la serenissima repubblica di Venezia, si arrampicarono sul campanile di San Marco per esporre la Bandiera Veneta. Poi nell’aprile del 2014, 24 persone arrestate con un blitz notturno mentre stavano dormendo, e 48 rinviate a processo, accusate dello stesso reato: tentare di festeggiare San Marco. Ne avevamo parlato a lungo, su Cronaca Ossona: 48 indipendentisti Veneti a processo con l’accusa di democrazia, 24 indipendentisti arrestati: anche la Lega Nord di Ossona va a Verona per dar loro solidarietà e molti altri.
Oggi è quindi un “Day after”: il primo giorno dopo la caduta di un’altro ostacolo alla realizzazione della democrazia e della Libertà. E’ il vero 25 aprile. Quella di Venezia, passata quasi sotto silenzio, è stata la vera Festa della Liberazione. Liberazione dell’ipocrisia, liberazione storica, liberazione culturale, liberazione dalle catene delle proibizioni assurde, dei pregiudizi e delle chiusure mentali. WSM, come scrivono gli indipendentisti veneti. W San Marco.
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