Giulia Tramontano. Proseguono le indagini tra bugie, verità e anafettività
A mezzogiorno sono stati tolti i sigilli all’appartamento in cui è stata uccisa Giulia Tramontano, in via Novella a Senago. I tecnici della squadra scientifica dei carabinieri hanno eseguito una serie di prove irripetibili per trovare tracce biologiche, sangue e il coltello, che dovrebbe essere presente in casa, compatibile con le ferite ricevute da Giulia e usato da Impignatiello.
Intanto, nel parcheggio della metropolitana della fermata Comasina, i carabinieri e i vigili del fuoco stavano ispezionando un tombino di scolo dell’acqua piovana in cui l’assassino ha detto di aver gettato degli effetti personali di Giulia Tramontano.
Poco prima delle 13.30 i carabinieri hanno fatto sapere di aver trovato nel tombino la tessera del bancomat, una carta di credito e la patente, ma non c’è, in questo momento, nessuna traccia del telefono cellulare della ragazza, che potrebbe chiarire le tempistiche e la sequenza dei fatti.
Nel tombino c’erano anche altri oggetti che non sembrano legati all’omicidio. Per quanto questo omicidio sia inserito fra i femminicidi, alcuni particolari sembrano negare questo carattere. Infatti il femminicidio è un omicidio passionale, motivato dal desiderio di possesso dell’altro come oggetto. Si è in presenza di sentimento, di odio piuttosto che amore malato.
Invece, in questo caso l’assassino sembra essere completamente anaffettivo nei confronti della sua compagna e di suo figlio. Non vuole averne l’esclusiva amorosa, ma liberarsene perché fastidiosa causa di stress.
Le ricerche dei militari, con la collaborazione dei Vigili del Fuoco di Milano, proseguono, per trovare anche il telefono cellulare.
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