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“…questo non è amore”. La violenza di genere dal delitto passionale al femminicidio

Milano. Questa mattina in questura, si è parlato di violenza di genere, di femminicidio e della campagna “questo non è amore”. In sala Scrofani, alla presenza del prefetto del questore e dei massimi gradi della polizia di stato, è stato presentato un opuscolo contenente i dati legati alla campagna contro la violenza di genere e il femminicidio “… questo non è amore”. La campagna contro la violenza di genere è iniziata nel 2016 ed è anche una importante fonte di dati su un vecchio fenomeno, il delitto passionale, che oggi ha un nome nuovo, emminicidio. L’occasione per la presentazione è la giornata nazionale contro la violenza alle donne che sarà celebrata il 25 novembre.

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Centro revisioni a Tradate

La parola femminicidio è molto controversa. Sono in tanti a non capire per quale motivo si è voluto apporre un suffisso che richiama al genere femminile ad una parola che di fatto comprende già da sè tutte le uccisioni, cioè l’omicidio. Nel convegno di oggi la motivazione di questa scelta è risultata chiara. I femminicidi sono una parte degli omicidi già conosciuta, quella dei delitti passionali. Il cambio di nome lo si è voluto perchè la parola passione, derivazione di una vecchia mentalità, dava quasi una valenza positiva all’omicidio di compagne e mogli, o ex compagne e ex mogli.

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Donne straniere le prime vittime

Fra i dati posti in risalto dall’opuscolo della campagna … Questo non è amore, dopo aver analizzato i casi di omicidio e aver individuato il numero delle vittime uccise in quanto donne, cioè solo per il motivo di essere donna, si nota che il fenomeno è in crescita percentuale, specialmente fra le donne straniere. Nel 2018 il 38% degli omicidi ha avuto per vittima una donna. il 37% delle donne uccise in italia era vittima di un femminicidio. Fra gennaio e agosto 2019 questa percentuale è salita al 49% e il 67% di queste donne è straniera.

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questo non è amore

Fra i grafici presentati si può notare che le donne straniere che denunciano maggiormente i maltrattamenti e le percosse sono le romene. Sono il 24% delle denuncie sporte da donne straniere, sono seguite dalle donne del Marocco (12%) . Quelle che denunciano meno sono le donne polacche, dell’Ecuador e quelle originarie del Brasile, che compongono il 2 e il 3% del totale. Però l’80% delle denunce arrivano ancora dalle donne italiane. Più della metà delle violenze sessuali si verificano in strada o nei parcheggi pubblico. Dal lato dei colpevoli il 74% sono italiani, e il 26% sono stranieri. Difficile fare una stima precisa basandosi solo sulle percentuali, non sappiamo di quanti casi stiamo parlando, però nella stragrande maggioranza maltrattamenti e violenze arrivano da compagni ed ex compagni. L’insieme di dati fa pensare che in ogni caso le donne italiane hanno maturato una coscienza precisa e denunciano, mentre le donne straniere hanno molta più paura a fidarsi delle forze dell’ordine in questo tipo di denunce, e finiscono in ospedale o uccise molto più spesso.

questo non è amore. "...questo non è amore". La violenza di genere dal delitto passionale al femminicidio - 23/11/2019
Incidenza per 100mila abitanti di sesso femminile delle donne che denunciano di aver subito un reato di violenza di genere alla polizia nel 2019

Il femminicidio

Parliamo degli omicidi. Ci si rifà alle percentuali. E’ enorme quella delle donne straniere. Erano il 21% dei casi nel 2018 e sono il 22% dei casi nel 2019. E’ una percentuale enorme perchè le donne straniere sono sicuramente molto meno numerose di quelle italiane. Quindi prendendo il totale degli omicidi si può dire che nel 2019 il 38% delle vittime sono donne, nel 22% le vittime sono straniere, nell’81% dei casi l’autore è un familiare, e nel 63% dei casi è il partner o l’ex partner. I casi di femminicidio sul 37% delle vittime donna di omicidio sono il 49%. fra queste il 67% sono straniere. Il colpevole è il partner nel 48% dei casi e l’ex partner nell’8% dei casi.

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Cosa fa la polizia di stato?

Quando il danno è fatto, cercare l’omicida in questo tipo di omicidi è persino troppo facile. Sono le statistiche stesse che indicano dove cercare. La cosa difficile è prevenire questo tipo di omicidi modificando le condizioni in cui maturano. La promozione di un maggior rispetto per le donne e per le loro libertà di scelta, alla pari con quella maschile, è uno dei punti cardine, ma da qualche anno si studiano dei sistemi, alle volte legislativi alle volte pratici che possano cambiare il carattere e le convinzioni di chi potrebbe diventare un colpevole di femminicidio. L’esistenza di vari protocolli di intesa fra psicologi, giudici e forze dell’ordine definiscono dei metodi di azioni in vari casi che si presentano. La campagna “… questo non è amore ” è una di queste iniziative.

Codice rosso

L’ultimo in termini di tempo è il protocollo legislativo del codice rosso, che obbliga di fatto il pubblico ministero ad ascoltare la vittima di possibili maltrattamenti nel giro di tre giorni dai fatti. Importantissimo in questo caso è l’istituto dell’ammonimento, che agisce sui colpevoli, o su quelli che potrebbero diventare colpevoli, obbligandoli ad un percorso di recupero psicologico in alternativa al carcere. Anche il carcere preventivo è sempre più spesso usato, in questi casi, come un forte deterrente all’azione persecutoria insieme al divieto di avvicinamento alla vittima.

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Le campagne come “questo non è amore” funzionano?

Funzionerà? Non lo so. Secondo il questore di milano i dati dicono che funziona. Però a me alle volte chiamano gli uomini la cui compagna si è rivolta alla polizia o ai centri antiviolenza. Mi chiedono di pubblicare la loro lettera, di dar voce al loro dolore, dicendo che si sentono discriminati, tristi perchè non posso vedere i figli. Alle volte non è facile sapere subito da che parte stare. capire dov’è la verità. Se c’è una bugia detta consapevolmente o se è la cancellazione della Dipende da caso a caso. Qualche volta davvero la disperazione porta dove non si vuole andare e un poliziotto, un giudice o un carabiniere che pone un freno, mette un limite, contiene, può essere la salvezza. Nelle iniziative di campagne come .. Questo non è amore” si vede la buona volontà e l’impegno che ci si mette, ma non sapremo se queste iniziative hanno davvero avuto successo fino a che non si vedranno i numeri assoluti dei maltrattamenti, delle violenze e dei femminicidi calare fino a sparire.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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