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Indagini per identificare i colpevoli dei fatti di Peschiera Del Garda. Hanno pubblicato i video su TikTok

Peschiera del Garda. Continuano le indagini su quanto successo il 2 giugno sul treno che arrivava da Gardaland a Milano. Un centinaio di nordafricani ha assalito sessualmente alcune ragazzine minorenni che tornavano dalla gita e che si trovavano sul treno fermo perché qualcuno aveva tirato il freno di emergenza. Altri nordafricani avevano invaso da sede dei binari e tiravano sassate ai treni in stazione.

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Al vaglio della polizia di stato ci sono i video che i ragazzini che hanno bloccato i treni e sono stati protagonisti dei disordini a Peschiera del Garda hanno poi pubblicato sui social, soprattutto su TikTok. Ci sono inoltre molti video e immagini ripresi dalle telecamere interne dei treni, e altri pubblicati sempre sui social da chi era sul treno. Le forze dell’ordine hanno in dotazione dei programmi di riconoscimento facciale che permettono di individuare l’identità delle persone e quindi sarà possibile dare un nome e la responsabilità dei fatti ad ognuno dei giovani nordafricani che erano sul treno.

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Ci vorrà qualche tempo. Quando è successa la stessa cosa a capodanno in piazza Duomo, alla fine quasi tutti i responsabili sono stati individuati e denunciati per violenza sessuale. Diversi nordafricani prendono sottogamba la legislazione italiana perché prevede l’arresto immediato solo quando si è colti in flagranza di reato e non tengono conto che, anche se i colpevoli sono fisicamente liberi, una volta raccolte le prove e celebrato il processo le condanne per violenza sessuale, che si verifica ogni qualvolta c’è un contatto non richiesto, sono molto pesanti.

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La lentezza dei processi dà ai colpevoli la sensazione della impunibilità. Poi si sorprendono e si sentono perseguitati quando i giudici li condannano a restare tra i 4 e gli 8 anni in carcere, magari 3 anni dopo che i fatti sono successi. Questo sistema fa in modo che, sentendosi impuniti, questi uomini continuino nei loro comportamenti, accumulando denunce e condanne, fino a che si ritrovano a passare in carcere più della metà della loro vita futura.

Attenzione alle vittime

La legge italiana condanna come violenza sessuale, perchè tale è, anche i palpeggiamenti non voluti. Però nel “Sentire Comune” la violenza sessuale è identificata come penetrazione violenta. Se giornalisticamente si è abituati a proteggere le vittime di assalti sessuali violenti completi, evitando di renderle riconoscibili, questa attenzione spesso viene meno nel caso dei palpeggiamenti. Eppure sono ugualmente umilianti, le vittime che denunciano sono ugualmente esposte a possibili vendette fino a che il colpevole è libero, e ancora oggi, nella mentalità comun è possibile colpevole e la vittima è additata come possibile colpevole dell’assalto, quindi andrebbe protetta nello stesso modo, specialmente se minorenne.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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