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Rissa a Cornaredo. 30 persone si sono menate in piazza ma sono fuggite all’arrivo delle sirene

Una violenta rissa cui hanno partecipato circa 30 persone si è verificata questo pomeriggio a Cornaredo, in provincia di Milano, in piazza della Libertà, lasciando dietro di sé il caos e la preoccupazione nella comunità locale. Alle 17.52 sono iniziate le chiamate al numero unico 112, diversi testimoni oculari chiedevano aiuto e segnalavano feriti. Sul posto si sono diretti i carabinieri della compagnia di Corsico e un’ambulanza della Croce bianca di Magenta, ma le sirene di ambulanza e radiomobili hanno avuto l’effetto di sedare la rissa, quando erano ancora lontano.

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Non appena le hanno sentite, i partecipanti si sono dispersi velocemente in varie direzioni, anche i feriti, e i soccorritori non hanno trovato nessuno da soccorrere. In questo momento non sappiamo ancora se i carabinieri, controllando le persone che si trovavano in zona, ne hanno già identificato qualcuno , magari con a carico qualche ordine di rimpatrio da eseguire. Succede molto spesso. Come capita in questi casi, le indagini delle autorità continueranno, specie i presenza di denunce per danni, fino a che non riusciranno a indentificare i partecipanti.

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2 pensieri riguardo “Rissa a Cornaredo. 30 persone si sono menate in piazza ma sono fuggite all’arrivo delle sirene

  • Il giornalismo diventa opinione personale quando si usa ” magari”… immettendo forse un proprio desiderio che fossero immigrati e non italiani?

  • I fatti sono riportati in modo esatto. Ma chi le ha detto che i giornalisti non possono avere una opinione personale? Si può avere, la si può esprimere. Anzi, è un dovere esprimerla in modo chiaro specie quando suffragata dalla propria esperienza personale e professionale. L’esperienza dei nostri redattori e cronisti di Cronaca nera è tale che possono descrivere gli ambiti in cui maturano certi episodi, esattamente come lo può fare un poliziotto o un carabiniere. Si tratta di analisi sociale. Anzi di presa d’atto di una situazione sociale che obbliga il giornalista a descriverla nella sua interezza usando, ovviamente, la forma che preferisce.
    Sono andata a rileggere l’articolo perchè ero certa che, non essendoci stato nessun arresto, non ci fosse neppure indicata la nazionalità dei partecipanti alla rissa. Infatti non c’è nulla. L’unico che parla di immigrati e italiani è lei, nel suo commento, dove presume di indovinare il desiderio di un cronista di cui non conosce nemmeno l’identità. Una presunzione piuttosto “pesante” che ha senso solo in un caso: quello in cui lei sa esattamente chi erano i partecipanti alla rissa, e tenta di mettere le mani avanti con un’accusa di razzismo senza però volersi esporre, per motivi politici. Di fatto le sto dicendo che il commento mostra che vuol nascondere la realtà di fatti e che spinge il suo tentativo utilizzando persino la calunnia preventiva, perchè non vuole che nessun parli della realtà. Davvero un brutto commento, ma lo pubblico lo stesso, perchè è un esempio di uno dei motivi per cui l’Italia è negli ultimi posti della classifiche sulla libertà di stampa e di pensiero.

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