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Alla cena di Natale Massimo Garavaglia ha cantato (Video)

Arluno –  Buona musica, buoni amici, ottimo cibo, e si parla anche di politica. Questa è stata la cena di Natale della Lega Nord di Arluno, ma nessuno si aspettava ciò che poi è invece successo al ristorante pizzeria Vecchia Arluno di via della Filanda. Presenti un po’ tutti i rappresentanti dei gruppi della Lega Nord, da Umberto Bossi al vicepresidente della regione Lombardia Fabrizio Cecchetti, dagli assessori comunali ai consiglieri, ai semplici militanti, ai conduttori di Radio Padania Libera. Adriano Bianchi, protagonista della divertente trasmissione La Bersagliera, ha animato la serata. Presente anche l’assessore al bilancio Massimo Garavaglia che ha preso la parola e quasi senza nemmeno rendersi conto, si è lasciato andare e ha cominciato a cantare.

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Non poteva esserci un momento migliore per pescare l’assessore al Bilancio Massimo Garavaglia e gli altri big della Lega Nord in castagna. Una bella cena durante la quale cibo e buon vino e il calore degli amici sciolgono la lingua e fanno calare il livello di attenzione che i politici hanno quando sono davanti ad un altro tipo di pubblico.
Anche Umberto Bossi si è lasciato andare parecchio durante la serata ed è tornato su alcune posizioni secessioniste, anche se molto mitigate, quasi solo accennate, come per far intendere ai leghisti presenti, ma senza esporsi più di tanto, che lui tornerebbe volentieri ai momenti di scontro duro con lo stato italiano sul tema dell’indipendenza della Padania. Ci si è sentiti solleticati all’idea, ma in realtà non si è mai stati così vicini all’indipendenza della nostra terra come in questi momenti, con il referendum per la Lombardia autonoma e quello dell’indipendenza del Veneto alle porte, e un ritorno alle contrapposizioni storiche con lo Stato italiano, prendendo delle posizioni secessionistiche fini a sè stesse, sarebbe un grave errore. Anche Umberto Bossi ne è sembrato alla fine convinto.

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Nella sala, fra tutti i militanti della Lega Nord presenti, ce ne erano solo un paio che non hanno coscienza di quello che significa la lotta contro lo Stato per la secessione della Padania (o del Veneto, o della Lombardia), che non sono passati attraverso processi politici mascherati, che non hanno avuto bisogno di chiedersi se sarebbero stati disposti ad andare in galera per l’indipendenza della propria terra, che non sono mai stati messi alla prova. Sono quelli, oltretutto, che più insistono per fare alleanze politiche da cui la Lega Nord esce poi perdente, legata mani e piedi, senza la possibilità di esprimere e realizzare la sua grandissima ricchezza di idee e di progetti, senza più neppure la possibilità di fare un gazebo con le proprie bandiere e con il proprio simbolo. Stranamente, sono quelli che si dichiarano poi più bossiani dello stesso Umberto Bossi e, certe volte, si ha l’impressione che anche Umberto si fidi più di loro che di quelli che, anche se seguendo strade diverse, stanno portando a compimento il progetto cui ha dato vita 25 anni fa e di cui è stato l’ispiratore.

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Umberto Bossi, però, è sempre il genio politico che era prima della malattia, e riesce ancora a notare quei particolari della politica che gli permettono di fare, e indovinare, previsioni per il futuro. Previsioni che  sono la sintesi di situazioni politiche precise, quasi delle fotografie. “Non ci sono più eserciti di leva e quindi anche un popolo piccolo può battere uno Stato. Bisogna dire alla gente quanto costa essere fedele allo Stato. Bisogna mostrare loro i numeri, come quelli delle tasse in Lombardia. Tasse così alte non le abbiamo avute neppure quando eravamo sotto gli spagnoli.”

Umberto Bossi ha sempre fatto dei riferimenti storici nei suoi comizi. Un tempo eravamo infarciti dai concetti di storia imparati in una scuola italiana molto di parte, e li si capiva fino ad un certo punto. Anzi, spesso non li si capiva affatto e si seguiva la Lega Nord per altri motivi. Venerdì sera, invece, non ci sono stati dubbi. Il riferimento alla Catalogna come popolo amico che sta lottando pacificamente ma in modo determinato per l’indipendenza dalla Spagna era chiaro come la luce del sole. Anche la Lombardia è stata invasa, anche la Lombardia ha subito in passato il dominio spagnolo proprio come la Catalogna e ora ne sta subendo uno persino più esoso.

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Nella stessa sala, Fabrizio Cecchetti, il vicepresidente del consiglio della regione, spesso indicato come l’Artur Mas della Lombardia sia per i suoi legami con Barcellona sia per essersi più volte recato, in forma privata, ad assistere agli eventi che porteranno all’indipendenza Catalana, come il referendum sull’indipendenza e le ultime elezioni. Su Cronaca Ossona trovate parecchi articoli sui passi compiuti dalla Catalogna.

Cecchetti, nel suo discorso, ha ripreso l’invito a impegnarsi a fondo per i tre risultati che più di ogni altra cosa sono funzionali al progetto di liberazione dei popoli della penisola e all’autodeterminazione: avere la maggioranza dei Si e una grande partecipazione al referendum sulla Lombardia autonoma, vincere le elezioni di Milano e infine liberarsi di Matteo Renzi.

Su questo ultimo punto è si è soffermato anche l’assessore al bilancio di Regione Lombardia, Massimo Garavaglia, che ha spiegato come Renzi utilizzi il denaro dello Stato per ottenere i voti per sè e per il PD, mettendo il suo timbro sui cedolini degli stipendi, quando invece avrebbe avuto altre strade più efficaci per migliorare la situazione economica dell’intero paese.

video facebook Massimo Garavaglia

Si è parlato anche di Radio Padania Libera. La scelta di avere gli ascoltatori come editori per continuare ad avere la radio nonostante i tagli all’editoria effettuati dal governo la farà diventare un modello praticamene unico nel panorama della comunicazione e dell’ applicazione pratica del principio di libertà di espressione del pensiero.

A questo punto bisogna spiegare perchè nel titolo ho scritto che l’assessore Massimo Garavaglia ha cantato. Il gioco di parole era facile. Nella serata, a proposito dei militanti della Lega Nord che si trovano ad affrontare processi che mascherano azioni di contrasto politico, qualcuno ha ricordato che Massimo Garavaglia è indagato.

L’assessore Massimo Garavaglia era tornato ad essere Sgara, il batterista dei Gamba de Legn (gruppo musicale milanese in cui suonava), aveva fregato la chitarra ad Adriano Bianchi e cantava  “La luna è una lampadina” di Enzo Jannacci. La canzone è finita con un “Dai, Sgara, lo sappiamo tutti che sei pulito”, e lui ” Eh, lo so! E’ il PM che non è convinto”.

Un peccato che solo chi è cresciuto all’ombra della Madonnina, che è molto lunga e arriva anche nell’altomilanese, possa cogliere pienamente lo spirito e i profumi da vecchia Milano, indipendentista e carbonara, che la battuta ha risvegliato.

La fine delle indagini su Massimo Garavaglia, nel 2022

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

2 pensieri riguardo “Alla cena di Natale Massimo Garavaglia ha cantato (Video)

  • speriamo che i lombardi siano abb svegli (non come questo sopra di me..) da non perdere l’occasione x #LombardiAutonoma !!!

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