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Massimo Garavaglia. Il ministro assolto anche in appello

La storia risale al 2014 – 2015. L’attuale ministro Massimo Garavaglia, conosciuto nell’alto Milanese come Sgara, mentre era assessore al bilancio in regione Lombardia era stato accusato di turbativa d’asta in merito a una questione legata al trasporto dei disabili.

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In pratica aveva protetto il diritto dei disabili che necessitano del trasporto per effettuare la dialisi e tentato di correggere un errore che avrebbe causato loro un danno. Questo gli costò una denuncia e due processi, che si concludono oggi con l’assoluzione anche in appello, dopo che è stato assolto anche dal tribunale ordinario.

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Su Co Notizie News Zoom avevamo ampiamente parlato di cosa era successo, perché la vicenda rappresentava davvero un’assurdità, e si intuiva anche l’esistenza di una volontà, non riconducibile ad una persona specifica ma piuttosto ad un “sistema” che tende ad utilizzare la giustizia per effettuare pressioni sui politici e sugli amministratori pubblici anche quando si comportano in modo esemplare. Il sospetto vince sempre sulla verità ancora da dimostrare, innervosisce e destabilizza le persone e quindi diventa un’arma potente in mano agli avversari politici, o anche agli avversari semplici.

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Massimo Garavaglia è definitivamente innocente

Da oggi però ministro Massimo Garavaglia, rispetto a questo processo, può riprendere a dormire sonni tranquilli perché con l’assoluzione in corte d’appello si esaurisce l’iter giudiziario. Almeno, spero sia così. Ora che è stato definito innocente, bisognerebbe anche pensare a quanto gli è costato riuscire a difendersi.

Un pensiero a chi non può difendersi

Il pensiero va anche a chi si è trovato in situazioni simili e non aveva abbastanza denaro per potersi difendere in modo adeguato e anche a chi si è trovato nella situazione in cui un’accusa, o un processo, ha determinato la perdita del lavoro, e quindi della possibilità economica di difendersi adeguatamente. I casi in cui i poveri soccombono proprio per l’impossibilità di far valere le proprie ragioni davanti a un tribunale italiano sono tanti, davvero tanti.

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Ora però vi racconto che cosa era successo riportandovi a leggere quanto scritto allora su Co notizie. Era il 13 ottobre 2015, quasi 7 anni fa, quando al telegiornale fu data la notizia che l’assessore al bilancio di regione Lombardia Massimo Garavaglia era stato indagato per turbativa d’asta. A causa della mia storia personale ero al corrente di quello che stava succedendo in regione Lombardia a proposito del trasporto dei disabili e dei dializzati da casa loro verso gli ospedali in cui effettuavano i trattamenti.

L’indagine nei confronti di Massimo Garavaglia non fu solo quindi una mattonata in testa solo per lui, ma colpì anche tutti coloro che in un modo o in un altro erano legati al mondo del volontariato sanitario. Non c’era infatti nulla di segreto o di nascosto, e ogni battaglia portata avanti per dei disabili comportava, e comporta, grossi impegni personali sia economici, sia di tempo, sia di mal di fegato.

Non c’è denaro da distribuire del volontariato. C’è solo quello che i volontari alla fine mettono con generosità. Quindi oltre a non avere neppure un grazie per quello che fanno, i volontari si trovano spesso a doversi difendere da accuse giudiziarie o dal sospetto di essere disonesti. Sono cose che danno veramente il voltastomaco e offendono profondamente le persone.

Quel 13 ottobre 2015 pubblicammo questo articolo in cui si spiegava che cosa era successo.

Il 15 dicembre 2016 Massimo Garavaglia si dichiarò innocente ma il giudice decise ugualmente di inviarlo a processo quindi demmo la notizia con i relativi commenti anche su Co Notizie News Zoom, chiedendogli di farsi sentire il più possibile, anche picchiando nuovamente i “tuloni”.

Passarono gli anni, perché con la giustizia è così. nessuno se la sente di prendere una decisione veloce e risolutiva quando si sa che “un processo è di tipo politico” oppure mostra degli errori da parte del “sistema”. I vari giudici vanno piano per non sbagliare e chi rimane sulle corde, come sospeso e col terrore di sbagliare tutto, è chi si trova imputato suo malgrado e nonostante la sua innocenza. Così, il 17 luglio 2019, ben 5 anni dopo i fatti, abbiamo il processo con la prima assoluzione.

Non è certo Massimo Garavaglia che è ricorso in appello dopo l’assoluzione. Queste cose le fanno i pm e i giudici le avvallano. Cosa c’è dietro? Di certo c’è la paura di sbagliare da parte degli organi giudiziari. Però c’è anche un lieve sentore di utilizzo della Giustizia per far fuori gli avversari politici. Vero? Non vero? Non si sa. È una motivazione che può conoscere nel suo animo solo chi ha effettuato degli atti legittimi per arrivare un processo di appello, che però non è stato di per sé un male, a parte la aver tenuto sulle corde un amministratore pubblico per altri due anni e mezzo.

Infatti è stato ribadito per la seconda volta che il ministro Massimo Garavaglia è innocente. Inoltre nello stesso processo è stato assolto anche Mario Mantovani che probabilmente era il reale target della Giustizia e che ha una storia giudiziaria più complicata rispetto a quella di Massimo Garavaglia, e che, al tempo dei fatti, era già stato viceministro ed era assessore ad una parte del comparto della sanità della Regione Lombardia.

La luna è una lampadina

“Dai sgara lo sappiamo che sei pulito” gli dicevano allora i leghisti e lui rispondeva ” eh lo so. E’ il Pm che non è convinto”

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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