San Bartolomeo: sukkeggiando per Ossona
La fiera di San Bartolomeo a Ossona, pur non arrivando certamente ai livelli di suk della sagra di San Rocco a Magenta, ha presentato degli aspetti sin troppo sukkeggianti per essere la fiera organizzata in un Comune amministrato anche dalla Lega Nord e in cui l’assessorato al commercio e alla sicurezza è proprio della Lega nord.
Quindi devo ammettere, con mia enorme irritazione e perchè me lo hanno fatto notare, che ho parlato troppo presto pensando che l’assessore Monica Porrati, magari aiutata da chi diceva che avrebbe fatto ogni cosa in modo migliore di altri, avrebbe curato questo aspetto della sagra e che non avrebbe permesso che il momento della fiera tradizionale si trasformasse in una passeggiata in mezzo a bancarelle che con Ossona e la cultura della Sagra della cipolla non hanno nulla a che fare e che avrebbero fatto assomigliare la fiera dell’agricoltura ad una specie di indifferenziata esposizione di merci di dubbia provenienza e produzione.
Se al centro di Ossona e nella zona della di villa Bosi, dove ha sede la Proloco Morus Nigra, e di via 4 novembre, la fiera di San Bartolomeo ha avuto ancora qualche aspetto tradizionale e locale, non si può dire altrettanto dei due ingressi alla fiera che avrebbero dovuto essere curati e concessi a chi aveva delle bancarelle più vicine alla tradizione della fiera agricola tradizionale. Nella foto la parte iniziale della fiera agricola di San Bartolomeo, verso Piazza San Cristoforo. Anche la parte della Fiera agricola che parte da via Patrioti, verso Casorezzo era costellata da bancarelle, mischiate a quelle utili e interessanti, che facevano venire dei dubbi su marchi e provenienza.
Per la parte tradizionale si è potuto ammirare l’esposizione di una sola bancarella di animali oltre al tradizionale lungo banco dell’Agraria di Ossona. L’esposizione di galline, cipolle, e di alcuni di adorabili asinelli, due cavallini, alcune caprette delle ormai poche aziende agricole risiedenti nel territorio di Ossona. oltre alle bancarelle degli artigiani locali e delle associazioni di Ossona erano un po’ nascoste nella piazzetta che si forma alla fine di via 4 novembre.
Per avere il permesso per partecipare alla Fiera agricola di San Bartolomeo era necessario chiedere il permesso, fornendo tutte le certificazioni, all’ufficio della polizia locale indirizzando al domanda all’assessore al commercio e a quello della sicurezza. perlomeno, normalmente quando si organizza una fiera, si fa in questo modo.
In servizio per le vie di Ossona per controllare l’ordine pubblico e le licenze dei commercianti c’erano il messo comunale, il vicecomandante della polizia locale. Un gruppo di guardie zoofile si è occupato di controllare la parte che riguardava l’esposizione degli animali in vendita.
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:( mi hanno detto che in questo articolo sono stata maledettamente troppo “politically correct”. Mi sa che si aspettavano che dicessi cosa penso “davvero” della cosa…. cioè dell’ennesima volta in cui è finita che a diventare rossa per la figura fatto sono io che ci tengo, mentre chi ha la responsabilità di queste cose se ne frega altamente sia di Ossona, sia della Padania, sia della lega nord e non ha il minimo moto di vergogna.