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Che fine farà la lingua lombarda e come salvarla? Se ne parlerà ad una tavola rotonda ad Abbiategrasso

Sempre meno persone, anche in provincia, si esprime esclusivamente in lingua lombarda, anche se sarebbe meglio dire nelle lingue lombarde, dato che le variante dello stesso ceppo sono comunque molte e non riguardano solo l’accento. La struttura linguistica è infatti la stessa per tutti i lombardi, ma cambiano i fonemi e le parole che hanno spesso una declinazione locale e storica. Quindi se a Milano città la negazione si esprime con “minga”, in provincia si dice “mica” che nella bassa padana diventa “mia”, da non confondere mai con il possessivo femminile italiano che in tutte le lingue lombarde si dice invece “me” e non viene declinato.

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Queste piccole grandi differenze fra le varianti locali della lingua lombarda e i possibili di salvaguardarle, Insegnarle e salvarle, dato che la lingua lombarda è patrimonio culturale dell’ UNESCO, saranno l’argomento della tavola rotonda che si terrà il prossimo 6 aprile nella sala consiliare del Castello di Abbiategrasso.

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la scala Rho b&b

Un convegno organizzato dall’associazione Terra Insubre

La tavola rotonda si chiama El doman de la Lengua Lombarda, il domani della lingua Lombarda, ed è incentrato sull’insegnamento la letteratura, le arti, la musica e la toponomastica. I relatori sono tutti molto conosciuti nell’ambito culturale filologico Milanese e sono lo scrittore poeta e insegnante Luigi Balocchi, lo studioso e scrittore Lorenzo Banfi, lo scrittore filologo Pierluigi Crola, il musicista Renato Ornaghi, la musicista e insegnante Diana Ceriani e l’attivista Lombardo Pietro Cociancich. La presentazione è affidata alla giornalista Luisa Cozzi gli argomenti della serata saranno introdotti dall’assessore alla cultura sport e turismo di Abbiategrasso, Beatrice Poggi, e dal Presidente di dell’Associazione Terra Insubre e Giancarlo Minella.

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