GiambellinoMilano

Il neonato nato in bagno e abbandonato 2 volte in soli 5 giorni

In via degli Apuli, al quartiere Giambellino, G.G., un 53enne egiziano, apre la porta di casa e trova sul pianerottolo un neonato, in un passeggino, avvolto in una copertina. Sono le 16 dello scorso primo febbraio. La palazzina è in una casa popolare. Un biglietto scritto in arabo chiede di prendersi cura di lui. L’uomo fa la cosa giusta. Chiama il 112 e affida il piccolo ai soccorritori che lo portano alla nursery all’ospedale pediatrico De Marchi.

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Le indagini

In quel momento iniziano le indagini del Nucleo operativo della Compagnia Magenta dei carabinieri, guidato dal capitano Nicola De Maio, per identificare la madre del bambino e le pratiche per l’affidamento preadottivo del neonato. È un bambino sano e ci sono diverse famiglie fra cui il tribunale dei minori può scegliere come nuovi genitori del piccolo. In questo momento infatti il bambino è già nella sua nuova casa, al sicuro, accudito e amato.

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Un segreto ben custodito dall’ignoranza e dalla noncuranza

Ci vuole più di un mese perchè i carabinieri ricostruiscano la storia del bambino e identifichino la madre. Il segreto era ben custodito. La storia parla di degrado e di ignoranza, e solo la buona stella sotto cui è sicuramente nato il bambino ha permesso di parlare di una storia a lieto fine. La madre è infatti una 17enne di origini nordafricane, abbandonata dal fidanzato egiziano, che è tornato in Egitto da solo qualche mese fa. La ragazza ha tenuto nascosta la gravidanza alla famiglia, di cui temeva le reazioni, per 9 mesi. Quando è arrivato il momento di partorire, il 28 gennaio, era in un supermercato della zona con un’amica, una 19enne anche lei straniera.

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Nato nel bagno di un supermercato

Le due ragazze sono andate in bagno, e lì è nato il bambino. Pochi momenti dopo il parto le due ragazze si sono allontanate con il neonato fra le braccia senza che nessuno si accorgesse di nulla. Non c’è stato allarme neppure da parte di chi pulisce i bagni del supermercato. Eppure trovando la pozza di liquido amniotico, del sangue e almeno dei pezzi di placenta avrebbe dovuto capire cosa era successo. Le due ragazze comunque erano abbastanza organizzate e poche ore dopo la nascita c’è stato il primo abbandono controllato. Sembra che avessero un piano e anche che avessero scelto la categoria di persone che secondo loro erano adatte ad allevare il bambino.

La famiglia “sbagliata” per un neonato

Le cose però non sono andate come speravano. Il neonato era stato trovato da una famiglia senza figli che, invece di chiamare aiuto, aveva deciso di tenerlo, senza avvisare nessuno. Senza avere, cioè, la consapevolezza delle domande e delle indagini che sarebbero nate ad ogni passo della vita di un bambino se fosse rimasto senza identità e senza documenti. Sicuramente anche le due amiche si erano convinte dell’inadeguatezza di questa famiglia. Così, dopo alcuni giorni sono riuscite a farsi restituire il neonato.

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Il secondo abbandono

Il bimbo, tranquillissimo e ben nutrito, nonostante tutto questo girovagare dalle braccia di uno e dell’altro, aveva ormai 5 giorni di vita quando è stato nuovamente abbandonato, questa volta con più fortuna, perchè lo ha trovato G. G. che ha chiamato il 112 garantendogli un futuro felice. E’ un caso in cui però non si può parlare di un vero abbandono, perchè il bambino non è mai stato lasciato solo e le due ragazze si erano preoccupate di trovargli una sistemazione amorevole e sicura.

Si può partorire in ospedale, in anonimato e al sicuro

Però come sono state in grado di sapere cosa fare durante il parto, e di come accudire il neonato, probabilmente utilizzando internet, avrebbero avuto il modo di sapere che andando a partorire in ospedale sarebbe stato garantito l’anonimato della madre, anche se minorenne, e nè lei nè il bambino avrebbero corso i tanti rischi corsi invece partorendo nel bagno sporco di un supermercato. Attualmente la 17enne si trova in una comunità, lontano dall’influenza della famiglia di origine. Non si sono accorti, per 9 mesi, che era incinta, e non si sono neppure fatti molte domande sul fatto che torna a casa saltuariamente.

 

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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