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Reddito di cittadinanza. Scandalo a Milano: 633 extracomunitari e 3 commercianti ci lucravano

I Carabinieri del Gruppo Tutela Lavoro di Milano hanno concluso una lunga serie di indagini sullo scandaloso sfruttamento del Reddito di Cittadinanza (RDC) a Milano. Degli extracomunitari, principalmente di origine somala, sono stati coinvolti nell’indebita percezione dell’RDC, mentre commercianti compiacenti hanno illecitamente monetizzato il credito del RDC , traendone profitto.

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L’inchiesta, avviata nel febbraio del 2021 dal Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano e coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, ha beneficiato della stretta collaborazione con gli uffici competenti dell’INPS, contribuendo a individuare numerosi cittadini di origine somala che ricevevano il RDC senza avere i requisiti necessari. Già nel dicembre 2022 aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un bengalese, titolare di una attività di “Internet point” e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento.

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cambiamenti. Social journalism

Attraverso un’attenta analisi dei flussi finanziari, è infatti emerso che questi individui effettuavano acquisti anomali e ricorrenti con la carta del RDC in tre esercizi commerciali milanesi: un negozio di telefonia, una rivendita di prodotti alimentari e un ristorante kebap. Gli esercenti consentivano di monetizzare il beneficio economico del RDC, accettando pagamenti senza causa tramite POS o utilizzando pagamenti di utenze intestate agli esercenti per nascondere l’origine illecita del denaro. In cambio, i gestori consegnavano somme in contanti, trattenendo una percentuale che variava dal 10% al 15% per ogni transazione.

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597 indebiti percettori su 633 persone coinvolte

I dati finanziari sono stati eloquenti:

  • Il negozio di telefonia, che non vende i beni di prima necessità per cui possono essere impiegate le somme concesse con il beneficio, ha avuto un aumento del 1600% nelle transazioni POS rispetto all’anno precedente l’introduzione del RDC, ha registrato un incremento delle transazioni POS pari a +215.000 euro passando da un incasso mensile di 1.460 euro a circa 23.450 euro.
  • L’attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari, ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate di aver incassato, dal 01/01/2021 al 09/06/2022, 4.436,73 euro un incasso minimo rispetto alle transazioni POS effettive, che risultavano essere di 179.806,74 euro.
  • Il ristorante ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate di aver incassato 33.424,42 euro ma ha invece eseguito transazioni POS nello stesso periodo per 92.832,75 euro. Un incasso notevolmente inferiore rispetto alle transazioni POS effettuate.

Il video

Complessivamente, i tre negozi hanno registrato un incremento abnorme delle transazioni POS, non giustificate dall’acquisto di beni di prima necessità. Nell’inchiesta sono state coinvolte 633 persone che avevano effettuato acquisti con il RDC presso i tre esercizi commerciali. Di queste, 597 sono risultate essere indebiti percettori e sono state denunciate in 14 Procure della Repubblica, cioè quelle delle città di Milano, Cosenza, Bergamo, Napoli, Roma, Brescia, Como, Torino, Lodi, Siracusa, Trapani, Monza, Lecce e Genova. Sono loro contestati i reati di falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio RDC (art. 7 L. D.L. 4/2019) e di truffa aggravata (art. 640 bis c.p.).

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Il restante gruppo di 36 soggetti, in possesso dei requisiti, è stato segnalato all’INPS per l’indebito utilizzo del beneficio, che è stato prontamente sospeso. Tutte le 633 persone sono extracomunitari, il 90% di origine somala. Le somme di denaro riciclate dagli esercenti ammontano a circa 413.000,00 euro, mentre l’indebita percezione in danno dello Stato è stata quantificata in 2.374.000,00 euro.

I titolari dei negozi

Due dei tre titolari delle attività commerciali coinvolte sono stati denunciati in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria di Milano per riciclaggio continuato. La perquisizione locale e personale ha portato al sequestro di 40.000,00 euro, considerati profitto del reato. Il terzo titolare, il bengalese, è agli arresti domiciliari su richiesta della Procura della Repubblica di Milano, ed è stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione e alla confisca di 20.800 euro, che rappresenta il calcolo del guadagno illecito del reato di riciclaggio.

Lo scandalo dell’Reddito di cittadinanza ha rilavato un grave abuso del sistema di assistenza sociale e l’abusivo arricchimento di alcuni individui a danno dello Stato e dei cittadini onesti. Quel denaro infatti avrebbe dovuto essere usato per aiutare chi era davvero in difficoltà economiche a risollevarsi.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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