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Pandemia covid19. Chiusa l’inchiesta sulla mancata zona rossa di Bergamo. Tutti a processo

È stata chiusa l‘inchiesta sulla mancata dichiarazione della zona rossa per la pandemia del covid 19 a Bergamo del marzo 2020. Le conclusioni dei magistrati sono che era possibile evitare oltre 4.000 morti. Sotto accusa i vertici delle istituzioni sia Lombarde sia del governo centrale di Roma, e quelli sanitari. Il ricordo della vicenda è stampato nelle menti di chi l’ha vissuto, forse gli altri hanno dimenticato. Sono quelle lunghe file di camion militari che portavano i morti dall’ospedale e si dirigevano verso i crematori di tutto il nord Italia.

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Erano ancora i momenti in cui il governo centrale, con a capo Conte, faceva di tutto per negare la pandemia che stava sconvolgendo la Lombardia. Erano i momenti in cui esponenti politici del governo pronunciavano slogan come ” l’unico virus è il razzismo” quando si parlava di chiudere le frontiere dalla Cina, mentre la regione Lombardia agiva o non agiva sotto la pressione degli Imprenditori che non volevano chiudere ristoranti Bar e aziende e adattarsi a lavorare in un clima di guerra, come quello che stavamo vivendo, con slogan come “Milano riparte”. Quanti errori, quanti sbagli e soprattutto quante speculazioni.

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A proposito della zona rossa di Bergamo, tutto era pronto per istituirla, come si era fato nella provincia di Lodi, ma mancò l’ordine e questo causò secondo quanto dice l’inchiesta la strage subita da Bergamo. Fino alla fine del processo non potremo dire chi è colpevole e chi è innocente, ma quello che spero che si eviti che si trasformi tutto in una lotta politica sottobanco, perchè è se è vero che di colpevoli ce ne sono stati tanti, è anche vero che è inaccettabile che la giustizia sia usata come arma di contrasto politico, una cosa che in Italia, invece e purtroppo, succede troppo spesso.

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Vi lascio alle riflessioni con un link ad un articolo scritto nel febbraio del 2020 su un fatto particolare di quanto succedeva. Sotto, potete scrivere quello che ne pensate. Ripensare a quei momenti non sarà facile. Non ne siamo ancora fuori del tutto e la nostra mente tende a dimenticare il passato, o a modificarlo. Ma chissà. Ci spero poco, ma potrebbe essere l’occasione per capire che scegliersi i governanti è importante, e che da loro è giusto pretendere atti concreti fatti nel momento giusto. O no?

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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