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Non era un machete, ma una scure

E’ stata trovata l’arma con cui il 62enne di Rozzano ha colpito il medico del pronto soccorso 76enne Giorgio Falcetto. Non si trattava di un machete, ma di una scure da boscaiolo. Era nella cantina del colpevole, che invece aveva detto ai carabinieri di averla gettata in una via lontana dalla sua abitazione. Il medico è ancora in coma farmacologico, dopo essere stato colpito di taglio alla nuca con una scure e poi operato al cervello dall’equipe neurochirurgica dell’ospedale San Raffaele. Sta lottando per la vita, ed è impossibile sapere ora quali saranno le sue condizioni di salute al momento del risveglio.

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Il medico ha 5 figli, e si recava al lavoro da Biella a San Donato Milanese nonostante l’età non verde perchè probabilmente la sua specializzazione, al massimo della innovazione dell’ elettronica applicata alla medicina, gli permetteva di curare ancora persone in pronto soccorso e in urgenza. Aveva appena finito il turno notturno.

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Del suo aggressore sappiamo ancora poco. ha ammesso di aver colpito il medico. Magistrati e inquirenti stanno tenendo riservato il suo nome. Non è ancora chiaro il quadro di quanto successo e il movente, l’uomo è stato descritto alle volte come una testa calda, una persona che ha poco controllo di sè. Da quanto trapelato i suoi erano piccoli precedenti penali, lontani negli anni. Avrebbe detto che era nel parcheggio del pronto soccorso perchè voleva essere visitato, e che il medico gli aveva fatto una flebo che non lo aveva curato. In realtà non è dimostrato nessun contatto fra il dottor Falcetto e il 62enne. Il movente più consistente è ancora la lite stradale.

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