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Fine della Canapa Light a Trezzano sul Naviglio

Oggi un’operazione, che ha portato alla chiusura del capannone di un’azienda di canapa light di Trezzano sul Naviglio, è stata effettuata dalle Forze dell’Ordine. Lo hanno comunicato la Guardia di Finanza e la compagnia dell’Arma dei Carabinieri di Corsico.

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I carabinieri hanno comunicato a 5 italiani che dovranno presentarsi alla polizia giudiziaria e che due di loro hanno l’obbligo di dimora. Sono stati ritenuti responsabili con varie responsabilità di commercializzazione e illecita lavorazione della Canapa light. La Guardia di Finanza si è invece occupata del sequestro probatorio dei conti correnti e di una cassetta di sicurezza, e hanno e hanno disposto la chiusura e la cessazione delle attività dell’azienda nel capannone industriale di Trezzano sul Naviglio

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L’incendio e l’esplosione del settembre 2019

Tutto è iniziato dall’incendio scatenatosi nel settembre del 2019 nel capannone della ditta Tree Of light, che operava nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio di fiori di canapa light legale. Vi furono 3 feriti gravi, gli stessi titolari e un dipendente. Dell’ esplosione a Trezzano sul Naviglio ne parlammo anche su Co notizie News Zoom. Le prime indagini appurarono la presenza di migliaia di bombolette di buttano, propano e isobutano che, immessi nell’ambiente durante le fasi della lavorazione della Canapa, avevano originato l’esplosione e l’incendio.

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Il confine tra legale è illegale, nel campo della canapa light, è molto sottile

Secondo quanto comunicato della Guardia di Finanza su approvazione dell’autorità giudiziaria nel capannone avvenivano due tipologie di operazioni. I carabinieri hanno accertato che gli indagati acquistavano legalmente la canapa Light, ma per fini diversi da quelli dichiarati e consentiti dalla legge 24 2/2016 e che nel capannone procedevano alla lavorazione della sostanza estratta dai fiori al fine di creare nuovi derivati, ad esempio resine e hashish Light che erano di fuori dalle autorizzazioni di legge. Hanno inoltre presentato le prove che la ditta commercializzava canapa che superava il limite del principio attivo di THC e che quindi deve essere considerata sostanza stupefacente. Non è facile infatti ingabbiare la natura e obbligare le piante a produrre esattamente il livello di THC che differenzia la canapa legale da quella stupefacente. Si tratta di un’attività troppo sul filo del rasoio per poter essere effettuata con una ragionevole sicurezza.

I finanzieri si sono occupati dell’attività investigativa sui risvolti economico-patrimoniale di tutta la vicenda e hanno approfondito le informazioni sui bancari e patrimoniale dell’azienda incrociando le risultato emerse con le informazioni provenienti dal circuito di prevenzione antiriciclaggio e in particolare questi approfondimenti effettuati hanno loro consentito di ricostruire in modo minuzioso che c’erano dei proventi illeciti dell’attività commerciale, conseguiti attraverso il commercio di sostanze stupefacenti, appunto perché riguardavano della Canapa Light che superava il limite di THC.

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Sempre durante le indagini i Carabinieri hanno arrestato una persona che stava trasportando 10 kg di hashish light, d e hanno denunciato alle autorità giudiziarie 2 persone sorprese ad importare dalla Svizzera Kg. 150 di canapa light. Quindi hanno sequestrato, in totale, 950 Kg. di canapa light, per un valore commerciale complessivo di circa 1.000.000 di Euro.

Il tribunale del riesame annulla la custodia cautelare per i 5 indagati

E’ di ieri la notizia che il trbunale del riesame ha annullato i provvedimenti di obbligo di firma e di dimora per le 5 persone indagate in questo procedimento. Le motivazioni per cui il tribunale non ha accolto quanto richiesto dalla procura saranno rese note fra circa 45 giorni. Esistono ancora alcuni problemi giudiziari ma i cinque indagati sono completamente liberi. È importante dare notizia. Non solo per dare una comunicazione imparziale ma anche per una questione di giustizia sociale. infatti i cinque furono feriti in modo grave dall’esplosione del capannone e di sicuro non costituiscono nel momento attuale un pericolo per la società ed è difficile che possono fuggire all’estero. Quando si concluderanno i procedimenti giudiziari sapremo se la loro attività meritato una punizione oppure no.

Nota della redazione
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