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Edy Ongaro, miliziano nel Donbass, prima vittima italiana della guerra fra Russia e Ucraina

Edy Ongaro è la prima vittima italiana della guerra fra Ucraina e Russia. Originario di Giussago di Portogruaro, in provincia di Venezia, aveva 46 anni e combatteva, più o meno dal 2015, in un battaglione internazionale della milizia popolare del Donetsk, il Prizrak. E’ morto a seguito dello scoppio di una bomba a mano, mentre era in una trincea a nord del villaggio di Adveedka, a nord di Donetsk. L’annuncio della morte è arrivato tramite il Collettivo Stella Rossa del nordest, formazione neocomunista che si trova in Veneto.

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Bozambo, il nome di battaglia di Edy Ongaro, si trovava a Donetsk dal 2015, dopo aver passato un periodo a Barcellona, in quei momenti infiammata dalle lotte indipendentiste e pacifiche della Catalogna. Lo si potrebbe definire un militante di estrema sinistra, da quanto racconta nel video di una intervista rilasciata nel 2017 e pubblicata su youtube.

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cambiamenti. Social journalism

La morte di Edy Ongaro

La descrizione della morte di Edy Ongaro, avvenuta 3 giorni fa, lascia aperti alcuni dubbi. La principale fonte delle notizie è al momento è il collettivo Stella Rossa del Nordest. La notizia parla di una bomba a mano scoppiata all’interno della trincea e del fatto che Edy Ongaro ci si sarebbe lanciato sopra, probabilmente per prenderla e rilanciarla al di fuori dalla buca prima che scoppiasse. Non è un incidente raro, quando ci si trova in guerra. Non si sa, però, come sia arrivata una bomba a mano nella trincea. Se lanciata dagli ucraini significa che si sono avvicinati talmente tanto da poterci lasciar cadere all’interno, indisturbati, la bomba. Lasciar avvicinare il nemco così tanto, è un errore che, in guerra, si paga caro.

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Non è l’unico foreign fighter italiano

intervista a Edy Ongaro del 2017

Non è l’unico foreign fighter italiano che partecipa alla guerra fra Ucraina e Russia. Ce ne sono diversi, anche se non tantissimi, su ambedue i fronti. In Italia è proibito arruolarsi in eserciti e formazioni militari straniere, ma non proibito viaggiare e adeguarsi alle leggi dei paesi in cui ci si trova. Ognuno va a combattere con le proprie motivazioni e i propri ideali, alcune volte sembrano abbastanza confuse ma in realtà, a prescindere da quanto dice Edy Ongaro nell’intervista video che pubblichiamo, la scelta di combattere da una parte o dall’alta, con la Russia o con l’Ucraina, non è legata alla difesa del diritto di autodeterminazione dei popoli o d’ indipendentismo.

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La logica dei due blocchi

Tutto sembra invece ricollegarsi alla divisione del mondo nata nella prima metà dello scorso millennio fra comunisti e nazionalisti, diventati poi fascisti in Italia, fino all’arrivo della fine della seconda guerra mondiale con la divisione fisica fra Stati controllati dall’Urss e dal patto di Varsavia e quelli controllati dalla Nato e dal blocco occidentale, con la divisione dell’ Europa, invasa da ambedue le potenze ( Urss e Stati Uniti), in due parti: quella comunista e quella occidentale, denominata nazista ( nazionalista) dai paesi dell’est e in Urss. Il muro di Berlino pareva caduto nel 1991. Invece non è venuto del tutto. È ancora lì, si è trasferito sul confine con la Russia, ma rimasto in piedi anche nella mentalità delle persone.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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