I racconti di Davide TrentarossiMagazineStoria e Cultura

Un Altro Giro Di Giostra

Che senso ha festeggiare la diciottesima rivoluzione che la Terra ha fatto intorno al Sole, dal momento della mia nascita?” Questa la risposta, spiazzante, di mio figlio quando, qualche giorno fa, gli abbiamo chiesto se avesse un desiderio particolare per il suo diciottesimo compleanno. Beh, se io pensavo di essere pragmatico, Luca mi sta, abbondantemente, una spanna sopra! Ovvio che, dal punto di vista dell’Universo, si tratti di un giorno come qualsiasi altro, ma anche Luca lo considera tale e ha ragione. L’ingresso nella maggiore età non può essere segnato da un giorno; è un percorso, che inizia quando per la prima volta ti rendi conto che quello che stai facendo ha un senso più grande della semplice azione che compi. Per alcuni questo momento capita ben prima dei diciotto anni, per altri anche molto tempo dopo… e per altri ancora non capita mai! Nel caso di Luca è già da parecchio tempo che lo vedo assumersi sempre maggiori responsabilità, per cui la sua affermazione è legittima e sensata.

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Quell’affermazione però è stata un punto di partenza per alcune riflessioni che mi sento di condividere con i miei lettori. La spensieratezza di quando si è bambini e ragazzi è fantastica, ma comprendere che ogni nostra azione può avere un senso che va oltre l’azione stessa è, per citare un noto spot televisivo, qualcosa che non ha prezzo. Avere la possibilità di scegliere di fare un certo lavoro, o magari anche di non farlo, è quello che dà significato alla tua vita. Questi giorni possono essere lo spunto per iniziare a pensare al suo futuro: quale percorso intraprendere per raggiungere la vita che sta immaginando per sé. Volevo, come nel caso di Giulia, fargli un regalo che, da un lato lo aiutasse a prenderne coscienza e, dall’altro gli desse la leggerezza necessaria a comprendere che la scelta che farà adesso non lo ingabbierà per tutta la vita. Spero di essere riuscito a trasmettergli l’idea che il percorso che inizierà quando andrà all’Università sarà, solo, l’inizio di un altro giro di giostra. Potrà durare tutta la vita, ma potrebbe anche darsi il fatto che, dopo qualche tempo, vorrà scendere e salire su un’altra!

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L’idea della vita come un Luna Park mi è venuta in mente quasi per caso. Come in un Parco dei Divertimenti, puoi scegliere la giostra (la vita) che vuoi, ma, cosa ancora più importante, puoi scegliere anche come la vuoi vivere. Vuoi fare il dottore? Puoi decidere per una discesa sul Colorado Boat e arruolarti in Medici Senza Frontiere, oppure salire sulla Ruota Panoramica e fare il medico di famiglia in un piccolo paesino sperduto sulle montagne. Entrambi, seppure in modi differenti, salvano vite umane. Le tue passioni sono la scienza e la tecnologia? Puoi decidere di salire sulle Montagne Russe e lavorare come ingegnere di pista per una scuderia di Formula 1, oppure puoi farti un giro sulla Giostra dei Cavalli e aiutare chi non ha un rapporto idilliaco con la tecnologia, oppure ancora tentare la sorte con la Pesca delle Anatre e fare l’inventore, scoprendo solo in fondo cosa ti ha riservato la paperella che hai pescato. Se vivrai la tua vita come se fosse una giostra, beh potrai sempre scendere e prenderne un’altra, qualora la tua scelta ti avesse stancato; stai pur certo che nessuno è mai uscito triste da un Luna Park!

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Questa metafora del giro sulla giostra mi è servita come spunto per un’altra riflessione che da qualche tempo mi sta passando per la mente. Ci è stata data la possibilità di giocare in questo Luna Park, ma se invece di un solo biglietto di ingresso potessimo entrare più volte? Vi è mai capitato di pensare di aver vissuto in un altro tempo e in un altro luogo? Io, ogni tanto ci penso e, a volte, ho come la sensazione di provare emozioni o ricordi di esperienze che non ho mai fatto e non riesco a spiegarmi come questo sia possibile. Magari si tratta di un caso, ma a me piace pensare che questa non sia la mia prima visita in questo Parco dei Divertimenti. Qualche settimana fa sono rimasto colpito da un articolo, letto su Quora, che parlava di alcune coincidenze singolari. In esso si raccontava di quanto Adam Shulman, marito dell’attrice Anne Hathaway, avesse una straordinaria somiglianza con William Shakespeare. La cosa però ancora più sorprendente è che la moglie del poeta e drammaturgo di Stratford-upon-Avon si chiamava proprio Anne Hathaway. Come non ricordare la celebre citazione di Shakespeare: “La vita è troppo breve per amarti solo in una; prometto di venirti a cercare anche nella prossima“.

Confesso che da quando ho letto quell’articolo mi è venuta una tentazione fortissima: prendere una mia foto, usare uno dei software più comuni che si trovano in rete per cartonizzarla, per renderla il più simile possibile a un dipinto e poi poterla usare come immagine campione su Google alla ricerca di somiglianze con i personaggi del passato rappresentati nei quadri. Mi rendo conto di quanto sia folle quest’idea e di quanta megalomania ci sia in essa, ma se veramente questa non fosse la vostra prima esperienza terrena, non vorreste sapere chi siete stati in passato?

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Una volta lessi un aforisma che recitava più o meno così: “Ci servono tre vite, la prima per sbagliare, la seconda per correggere gli errori fatti nella prima e la terza per riassaporare tutto quanto!“. Io non lo so se siamo destinati a ritornare più volte su questo pianeta sperduto nell’Universo o se questa sia la nostra sola e unica possibilità, non ho la risposta a questa domanda. Quel che so per certo è che ci sono troppe giostre in questo Parco dei Divertimenti: una vita sola non può bastare!

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Davide Trentarossi

Nato a Milano, l’8 maggio… di qualche anno fa, ma cresciuto in provincia. Ho scoperto molto tardi la passione per la scrittura. Sono laureato in Ingegneria Informatica. Amo viaggiare, e questo mi ha portato a lavorare in giro per il mondo. Molti aeroporti sono stati il mio “Second Office”. Dall’Australia al Sud America, da Mosca a Miami, oltre all’Europa. Amo viaggiare leggero: nel mio trolley il computer su cui appuntare le idee per un nuovo libro, l’inseparabile smartphone, per restare connesso al resto del mondo e un paio di cuffie per ascoltare la musica, un’altra grande passione. Visita la mia pagina su Amazon: https://www.amazon.it/Davide-Trentarossi/e/B081QT913W/

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