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Potenza dello SDI. La Polfer cattura un ricercato appena sceso da un treno

Milano. Ci sono ancora persone che credono sia facile sfuggire alle forze dell’ordine nonostante si sia state condannati. Alcune volte non si preoccupano neppure di essere stati condannati. la giustizia italiana è lenta al punto da instaurare nelel persone la certezza di restare impuniti, ma non è così.

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Da qualche anno le forze dell’ordine italiane hanno a loro disposizione un sistema informatico chiamato Sdi, Sistema digitale interforze. In questo sistema sono raccolte giornalmente tutte le informazioni , provenienti da qualsiasi fonte che riguardano persone e cose. Ci sono numeri di telefono cellulare, documenti controllati, i carichi pendenti di ogni persona. Ed è anche collegato ad un sistema per il riconoscimento delle impronte digitali e ad un programma simile a Picasa che riconosce i volti dalle fotografie.

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Possono accedervi solo gli ufficiali delle forze dell’ordine durante i controlli o le indagini, gli abusi sono puniti severamente, ma è chiaro che con un sistema simile è estremamente difficile riuscire a sfuggire alla giustizia una volta che qualcuno è stato femato. Non servono i documenti falsi, forse potrebbe essere utile una plastica facciale completa in combinazione con la bruciatura dei polpastrelli. Però se una persona ha i polpastrelli bruciati, è così sospetta che i controlli saranno ancora più approfonditi.

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E’ accedendo a questo sistema che, ieri, gli agenti della Polizia ferroviaria di Milano hanno arrestato un cittadino libico di 25 anni che era stato condannato per furto aggravato ed era ricercato. Il giudice aveva emesso un provvedimento di carcerazione che compariva nello SDI. I poliziotti erano impegnati in un servizio antiborseggio nella zona della stazione di Milano Centrale. Hanno notato l’uomo per il suo atteggiamento sospetto, stava per salire su un treno diretto a Genova. Hanno così deciso di seguirlo. Il 25enne ha percorso tutto il treno e poi è sceso alla stazione di Milano Rogoredo.

Qui è stato fermato per un controllo documenti. Sono stati controllati tramite la banca dati dello Sdi ed è emerso subito che l’uomo era ricercato e che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano aveva emesso un provvedimento di cattura e carcerazione, perché condannato a 7 mesi e 21 giorni di reclusione. Il libico quindi è stato condotto in carcere.

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