Trezzano sul NaviglioMilano città metropolitana

Per anni minaccia la convivente. Lei ora parla. Arrestato. Trezzano

In data 12 Marzo 2021, i Carabinieri di Trezzano sul Naviglio hanno arrestato, in esecuzione dell’Ordinanza di Applicazione della Misura Cautelare della Custodia in Carcere, un italiano di 41 anni accusato di maltrattamento psicologico e fisico e di aver procurato lesioni gravi alla compagna, un’italiana 38enne, con cui convive a Trezzano sul Naviglio dal 2017.

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Il provvedimento scaturisce da un’attività d’indagine condotta dai Carabinieri di Trezzano sul Naviglio che ha permesso di accertare e documentare i reiterati comportamenti vessatori posti in essere dall’uomo, per questioni economiche e per gelosia, che sono consistiti in aggressioni fisiche, con urla, schiaffi, pugni e spintoni, fino a quando, in un’occasione, ha impugnato un coltello da cucina ricattandola e minacciandola per impedirle di lasciarlo.

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Un altro aspetto di queste condotte sono state le ripetute pressioni psicologiche, poste in essere dopo aver ottenuto la sottomissione fisica, e sono consistite nell’annullamento della dignità e della stima personale della donna, che da circa un anno era stata costretta a cambiare le proprie abitudini di vita, come dormire sul divano per paura di venire uccisa nel sonno.

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In particolare l’uomo, fin dall’inizio della loro convivenza, la pedinava costantemente e la teneva sotto controllo, fino ad appostarsi di fronte ai luoghi dove la donna lavora, anche con la pretesa di ricevere da lei i soldi guadagnati.

In più occasioni ha, inoltre, provocato lesioni personali alla convivente, la quale ha dovuto far ricorso a cure mediche, l’ultimo episodio è avvenuto il 21 Febbraio 2021 quando l’uomo è andato su tutte le furie poiché la madre e il fratello della donna si sono recati sotto l’abitazione dove i due convivono, lei è scesa in strada per salutarli e rassicurarli, ma una volta rientrata in casa, è stata insultata e spinta contro lo spigolo della parete urtando la fronte, dopodiché l’uomo le ha puntato un coltello alla gola asserendo che se fosse accaduto ancora che qualcuno l’avesse cercata a casa, lui l’avrebbe uccisa.

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In quella circostanza la vittima è riuscita ad uscire di casa ed a recarsi presso la Stazione Carabinieri, ove ha denunciato quanto accaduto, descrivendo i più gravi episodi di violenza subiti nel corso degli anni e fino a quel momento mai denunciati per timore di ritorsioni ancora più violente. La donna si è poi recata presso l’Ospedale San Carlo Borromeo per le lesioni ricevute al volto e dimessa con 21 giorni di prognosi.

Il comportamento tenuto dall’uomo nel corso degli anni ha portato la donna ad isolarsi, dai propri amici ed anche dalla propria famiglia d’origine, ed il figlio 17enne di lei a trasferirsi a casa della nonna materna.

L’uomo è stato condotto presso il carcere di San Vittore a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Nota della redazione
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Cristina Garavaglia

Giornalista

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