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Buon Natale e buone feste dalla redazione. Festeggiate alla faccia del Covid19

Per quanto possibile, e compatibilmente ai lock down e alla nostra vita, qui in redazione saremo presenti anche durante le festività. Voglio però concludere questo Natale così triste, in un periodo così incerto che ci ha fatti sentire così indifesi e in pericolo, con una foto e una storia.

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Per il pranzo di Natale, siamo riusciti a farlo in un modo molto ridotto, in rispetto alle regole anticovid, ho tirato fuori una tovaglia storica che, per timore di rovinarla, ho usato forse 3 volte negli ultimi 30 anni. Per questo si è conservata molto bene e ha solo un leggero giallino datato dal tempo. Non la lavo con lo sbiancante perchè temo di rovinare gli altri colori che sono ancora vivissimi.

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E una tovaglia preziosa e che ha una storia. E’ la storia giusta per questo Natale e che me ne ricorda un altro, di più di 45 anni fa. Fu il periodo di Natale in cui era tornata a casa, per la prima volta dopo più di 25 anni, la sorella di mia nonna, Madre Sofia Seregni,

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Madre Sofia apparteneva all’ordine delle canossiane ed era tornata dalla Cina a trovare i parenti portando tantissimi regali. Era credo il 1973, si era in piena guerra fredda. La Cina di Mao Tse Tung era dall’altra parte della cortina, perseguitava apertamente i cristiani, il Papa teneva segrete le nomine dei vescovi cinesi,e per quasi 10 anni Madre Sofia non aveva dato notizie della sua sorte. Tanto che ad un certo punto si era parlava di decretarne la morte presunta. Poi un giorno, sono i miei ricordi di bambina, alla nonna Luigia era arrivata una cartolina., attraverso i canali ecclesiastici. “Sto bene. Segue lettera. Vengo a trovarvi presto, Sofia.” la cartolina arrivava da Macao, dove Madre Sofia era arrivata, non si sa quando, insieme ad altre suore.

Poi era arrivata in Italia, una tappa a Roma, poi a Vimercate, e poi il giro da tutti i parenti, a conoscere i nipoti e i pronipoti che non aveva mai visto. Me la ricordo ancora, quando seduta a tavola ci raccontava, con gli occhi azzurrissimi che brillavano, di quanto erano brave le sue bambine. Insegnava in una scuola, e se non ricordo male le sue bambine erano sordomute. Donne, sordomute, negli anni 70, in Cina. Era una delle condizioni peggiori in cui può nascere un essere umano.

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tovaglia cinese

Mentre ci raccontava della Cina e delle sue bambine, Madre Sofia aprì la sua borsa e tirò fuori dei regali sorprendenti. Una collana e un paio di orecchini d’avorio intagliato, una collanina di giada violetta lavorata a cuore, un quadro di un Madonna cinese di seta dipinta e questa splendida tovaglia in cotone finissimo, con 12 tovaglioli, ricamata a mano a punto croce, semplicemente perfetta. “L’hanno fatta le mie bambine per voi” disse madre Sofia.
Poi, dopo qualche settimana ritornò in Cina, dove era la sua vita, e la rivedemmo solo quando tornò, definitivamente in pensione intorno al 2000.

Mi è sembrata la tovaglia giusta da usare per il pranzo Natale del 2020. Parla di lontananza, di melanconia, e mostra tutta l’incertezza e la preoccupazione per il futuro, ma è anche di una bellezza fuori dal comune.

natale. Buon Natale e buone feste dalla redazione. Festeggiate alla faccia del Covid19 - 26/12/2020
Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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