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Amico mio, quanto tempo! E scatta il borseggio. A Magenta e Corbetta

“Ma quanto tempo che non ci vediamo! Mi riconosci?”. Scatta l’abbraccio, la pacca sulla spalla e spariscono catenine e portafogli.

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E’ successo sia a Magenta che a Corbetta. In azione pare siano una coppia italiana: lei sui 35-40 anni, aspetto giovanile, capelli e occhi castani, senza accenti particolari; lui un uomo sulla 50ina con capelli corti (ma non rasati), sbarbato, occhi e capelli scuri, senza tatuaggi, piercing o similari. Resta da capire se i fatti sono collegati, se si tratta di ladri che lavorano in coppia oppure no.

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L’ultimo caso proprio stamattina, giovedì 23 gennaio 2020, nei pressi dell’entrata del cimitero di Corbetta. A raccontare l’accaduto un signore ultra 70enne. “Stavo per andare al cimitero, sulla tomba di mia moglie – spiega il signore – Vedo arrivare davanti a me un uomo, come tanti. Mi sorride e mi viene incontro allungando la mano per stringermela. Mi dice se lo riconoscevo, dato che erano passati tanti anni dall’ultima volta che c’eravamo visti (secondo lui). Io gli dico di no, che non lo conosco. Lui incalza e mi dice che suo papà, Giuseppe, lavorava con me in Sabiana. E’ stato allora che io gli ho detto che stava sbagliando persona – prosegue – Io non ho mai lavorato in Sabiana. Lui allora si è scusato, stringendomi ancora una volta la mano con le sue due mani e poi se ne è andato. Sono così andato sulla tomba, sono tornato a casa in macchina e una volta a casa mi sono accorto che il braccialetto che portavo era sparito”. Che sia stato proprio quell’uomo ad averglielo sfilato? Certo è che il bracciale si trovava sullo stesso braccio destro stretto dal personaggio in questione. Se fosse così per il fantomatico papà lavoratore in Sabiana, è stato scelto un nome comunissimo per i tempi storici, così come la fabbrica; in tantissimi corbettesi lavoravano in Sabiana.

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L’episodio desta sospetto perchè è simile ad uno successo qualche settimana fa a Magenta. Baci e abbracci e in quel caso è sparita la catenina.

Un terzo episodio, qualche giorno fa al centro commerciale del quartiere Nord di Magenta. Vittima un uomo non più giovanissimo. In questo caso la vittima ha denunciato il tutto ai Carabinieri di Magenta. Uscendo dal supermercato, con borse della spesa alla mano, gli viene incontro una donna sulla 40ina che gli sorride e che, anche in questo caso, ha finto di riconoscerlo e di dire che era una sua vecchia conoscenza, che non si vedevano da quando lei era una ragazza. Lo saluta, lo abbraccia e poi fa un commento sul cappotto che portava in quel momento, cercando di aggiustagliero addosso. Due parole di convenienza e poi se ne va salutando e con lei se ne va anche il portafogli della vittima, con tanto di documenti.

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Il monito è sempre lo stesso: anche se si mangia la foglia, se il colpo non va a buon fine da parte dei malfattori, occorre sempre denunciare e segnalare alle forze dell’ordine.

Un piccolo accorgimento poi. Spesso si espone sulla propria auto il nome dei figli attraverso famose etichette “Bimbo a bordo”, oppure ancora quei buffi adesivi che ritraggono i componenti della famiglia con tanto di nomi. Solitamente i truffatori osservano e “curano” la vittima prima di agire. Un: “Ciao Mario, ma quanto tempo che non ci vediamo, come sta tua moglie Lucia?” (nomi scelti a caso) potrebbe essere uno stratagemma a vantaggio dei malfattori, reso ancor più facile dalla stessa vittima proprio per i motivi sopra indicati.

Nota della redazione
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Cristina Garavaglia

Giornalista

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