Milano

Finti poliziotti rapinavano spacciatori (Video)

Milano. La banda dei finti poliziotti si era specializzata nel rapinare persone che temono la giustizia. Si cercano altre possibili vittime

Inserivano dei gps sotto le auto, e sceglievano con cura le vittime fra chi aveva qualcosa da nascondere, sfruttando la loro paura della giustizia. Non la hanno fatta franca. Questa mattina sono state eseguite le ordinanze per 11 arresti. 5 in custodia cautelare in carcere e 6 agli arresti domiciliari. A 9 persone le hanno consegnate in carcere, mentre un italiano e un marocchino sono al momento irreperibili. Gli 11 arrestati sono colpevoli di 3 rapine compiute fingendosi dei poliziotti nel marzo 2018. Il Vice questore Francesco Anelli del commissiariato Scalo Romana di Milano invita le vittime di altre possibili rapine simili a farsi avanti e a denunciare i colpevoli.

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L’indagine è partita da una rapina in via Gratosoglio avvenuta nel 2018 ai danni di due egiziani che stavano recandosi all’aeroporto di Malpensa per tornare in Egitto. I due egiziani hanno denunciato la rapina dichiarando che a bordo dell’automobile c’erano, oltre ai bagagli, anche poco meno di 20mila euro in contanti, appartenenti ai due. Una cifra che è nei limiti di quanto è consentito esportare. La polizia è entrata in possesso delle immagini di alcune telecamere che hanno ripreso la rapina. Le immagini hanno permesso l’identificazione di alcuni dei colpevoli, che sono stati messi sotto osservazione. I poliziotti veri si sono quindi resi conto che la banda di finti poliziotti inseriva un gps sotto le automobili delle vittime prescelte per rapinarle con comodità. Dalle intercettazioni inoltre è risultato che il bottino della rapina agli egiziani potrebbe essere molto più ingente di quanto denunciato. Si parlava di circa 100mila euro.

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Una lunga pista

Seguendio la pista, gli investigatori hanno scoperto una rapina precedente, che aveva lo stesso modus operandi, ai danni di spacciatore marocchino domiciliato a San Donato milanese. La banda si era recata a casa sua, lo avevano fermato fingendo un controllo da parte della guardia di finanza. Ammanettato e rinchiuso in una cantina, lo avevano liberato i carabinieri. Aveva dichiarato che non gli avevano portato via nulla. In realtà, i rapinatori gli avevano portato via 40mila euro in contanti, 1kg di cocaina e l’automobile.

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E’ però la terza rapina il colpo grosso da parte dei poliziotti veri del Commissariato “Scalo Romana” della Questura di Milano

Infatti la banda di finti poliziotti non si era resa conto che, mentre mettevano in atto tutti i preparativi per nuovi colpi, compreso il posizionamento del gps sotto l’auto delle vittime, erano già osservati e intercettati dagli agenti di polizia veri. Nel maggio del 2018 hanno deciso di colpire. Però, nel momento in cui sono entrati nell’appartamento del malcapitato, uno spacciatore marocchino di San Giuliano milanese, fingendosi poliziotti, i poliziotti veri li hanno seguiti. Al loro arrivo lo spacciatore era seduto sul letto, ammanettato a una sedia, convinto di essere stato scoperto. Era completamente rassegnato. Varrebbe la pena di farci raccontare cosa ha provato assistendo alla doppia irruzione. Non è però intervistabile, al momento.

Gli arrestati, la crisi economica e la paura della giustizia

5 componenti della banda sono stati arrestati in quel momento, in flagranza di reato, e sono in carcere. L’ordinanza di oggi riguarda però tuttta la banda. Si tratta di 6 italiani, 5 marocchini e 1 albanese. Uno dei due ricercati abita a Bollate, gli altri sono dell’Hinterland e un gruppo abitava a Quarto Oggiaro. Uno è di Salerno e veniva al Nord solo per effettuare le rapine. Sono tutti pregiudicati. “Belle” persone che rapinavano, sfruttando la paura della giustizia, altre “belle” persone.

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D’altra parte, con la crisi economica che c’è, gli unici individui rapinabili, con qualche garanzia di successo, sono gli spacciatori di droga e i malfattori. Farlo facedosi passare per poliziotti, però, sa molto di presa in giro.
La polizia, quella vera, invita chi ha avuto questo trattamento da dai “colleghi” a farsi avanti e a denunciare l’accaduto. Al di là dei soldi persi, possono così rifarsi della “presa per i fondelli” subita.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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