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Pink Panthers. Una Pantera Rosa catturata per una rapina a Milano

Le chiamano Pink Panthers, Pantere rosa. L’interpol li considera la banda di rapinatori più organizzata e pericolosa del mondo, tristemente famosa in tutta Europa e nei paesi arabi per una serie di rapine a gioiellerie, con un metodo che è anche la loro caratteristica. (sala Scrofani. Foto di repertorio)

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Lo chiamano Smash & grab, distruggi e arraffa. Questa mattina durante la conferenza stampa tenuta nella sala Scrofani della questura, il pubblico ministero Dott. Monti ha dato una visione generale di questa banda che potrebbe avere un quartiere generale logistico a Milano. Una banda composta da migliaia di persone che ha la sua base nei paesi dei Balcani, probabilmente tra la Serbia e il Montenegro. Alla conferenza hanno partecipato, fornendo particolari dell’ operazione che ha portato all’arresto di un componente di spicco delle Pink Panthers, anche Il capo della squadra mobile Lorenzo Bucossi e il G.i.p.  Giuseppina Barbara.

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L’arresto

E’ di nazionalità serba, anche se aveva un falso documento di identità croato. D. Vucinic è stato identificato tramite l’esame del Dna e arrestato lo scorso agosto a Basilea durante un’ operazione interforze cui hanno partecipato la squadra mobile della questura di Milano, l’interpol e la polizia federale della Svizzera. L’uomo è accusato di essere un esponente di spicco delle Pink Panthers, e di aver partecipato ad una rapina a Milano nel 2017.

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Quando è stato arrestato, Vucinic era per strada, da solo. Con sè non aveva nulla che permettesse di continuare le indagini. Non un telefono cellulare, non un mazzo di chiavi, o un’agenda. Non ha fatto dichiarazioni, ha dato solo il suo nome.  Le accuse su di lui si basano sulle immagini delle telecamere del comune di Milano, di quelle degli esercizi commerciali e su delle gocce di sangue con il suo Dna.

La rapina da 200mila euro

Il 20 dicembre 2017 due uomini avevano rapinato la gioielleria Paradiso luxory, in via Pontaccio 2 a Milano. Dopo aver fatto colazione con cappuccino e grappa erano entrqti nel negozio. Uno di loro aveva una pistola al peperoncino che ha puntato contro il gioielliere. L’altro con un martello ha iniziato a rompere le vetrine in cui erano esposti gli orologi più costosi.

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Ne portarono via 20, per un valore totale di circa 200mila euro. Una rapina durata non più di 50 secondi. Nel rompere le vetrine, Vucinic si è ferito e ha lasciato alcune gocce di sangue che hanno permesso poi la sua identificazione tramite il database dell’ Interpol. I due sono scappati: uno in bicicletta e uno ha poi preso la metropolitana alla stazione di Lanza. Ambedue stati ripresi da diverse telecamere.

Le Pink Panthers, la Pantera Rosa

La banda della Pantera Rosa è attiva almeno dal 2000. Il nome Pink Panthers deriva dal famoso film con Peter Sellers e da una delle prime rapine commesse dalla banda. La pantera rosa è un grosso diamante azzurro. Il suo nome era stato adottato come nome d’arte di un ladro di gioielli cui l’ispettore Closeau dava una comica caccia. I membri della banda della pantera rosa odierni sono ritenuti responsabili di almeno un’altra rapina a Milano, in via sant’Andrea nel 2016. 

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Poi si parla di altre rapine con grossi bottini: a Tokyo nel 2004, a Saint Tropez nel 2005 a Dubai nel 2007 in Bahrein nel 2014. Tutto iniziò però con una rapina nel quartier londinese di Myfair nel 2003 dove portarono via un diamante azzurro chiamato Pantera Rosa, a causa di un piccolo riflesso rosa visibile guardando la pietra da una certa angolazione .

Non si ha una idea di quante rapine possono aver compiuto in questi 20 anni, Gli aderenti più anziani delle pink panthers hanno sicuramente esperienze militari maturate durante le guerre degli anni ’90 nei paesi della ex Jugoslavia, ma anche se alcuni sono stati profilati, e identificati la loro storia si perde nel tempo. Oltre a Vucinic , anche altre due membri della pantera rosa sarebbero state individuate fra i responsabili delle rapine note. Per loro ora la caccia è aperta.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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