Ossona la miracolata. Non ci sono ancora stati morti sulla pista ciclabile
Ossona – Una pista ciclabile contromano con l’autrobus che sbuca all’imprpvviso dietro un angolo. Eppure, non c’è ancora stato nessun morto. I casi sono due. O abbiamo una classe di ciclisti particolarmente abili nello schivare la morte, oppure Ossona gode della protezione di una schiera di angeli custodi dedicati.
Bisogna spiegare a chi vive al di fuori del nostro piccolo mondo di ossonesi. Ossona è un paese antico. Si dice che il suo nome derivi dalla lingua primaria degli antichi liguri che la chiamavano Ox, bue, facendo riferimento all’animale totem del clan che la popolava. Non pensate male, siamo in buona compagnia. Oxford, patria di universitari, ha la stessa origine, probabilmente dato dalla stessa popolazione che ha fondato Ossona.
Quindi, non siamo i soli bogioni della storia. Si, bogioni come la bogia dora che sta sul campanile della chiesa di san Cristoforo e che è il soprannome degli abitanti di Ossona. Ho tenuto a specificarlo prima di spiegare che la foto che vedete e che ritrae una pista ciclabile sormontata da una fermata dell’autobus di linea, è reale. Si tratta di una pista ciclabile a senso unico contromano rispetto a quello delle automobili. Cioè la via Patrioti, nella foto, è a senso unico per le automobili e per l’autobus ma non per le biciclette che la percorrono nei due sensi.
Siccome più avanti via Patrioti si stringe molto, la pista ciclabile laterale è a senso unico contromano. Permette, cioè, a chi usa la bicicletta e sta arrivando da Casorezzo di percorrere la via senza essere investito dalle automobili. I ciclisti che invece vanno verso Casorezzo seguono la carreggiata e il senso di marcia delle auto. A meno di tre metri dalla fermata dell’autobus c’è l’angolo della Via Bosi. Da questa arrivano, oltre alle automobili, anche i pullman del servizio di trasporto pubblico della Movibus. Questi svoltano verso Casorezzo, in via Patrioti.
Oggi pomeriggio c’è stata una lunga serie di ciclisti miracolati sotto ai miei occhi, perchè quando arrivavano all’altezza del punto in cui ho scattato la foto, dall’angolo di via Bosi sbucavano automobili, furgoni, camion, e infine anche l’autobus della Movibus. E i ciclisti se lo trovano in faccia. Hanno scansato le auto all’ultima frazione di secondo e, con abili quanto folle manovre, o salivano sul marciapiedi, o attraversavano la strada, o venivano avanti, sprezzanti del pericolo ,per vedere se potevano essere investiti dall’autobus in arrivo. La originalità di questa situazione viabilistica è uno dei parti dell’ultima amministrazione Venegoni.
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