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Sergei Eisensteine la corazzata Potomkin. Il mito di Fantozzi e della cagata pazzesca

Oggi è la giornata di Sergei Eisenstein, il regista del film la “La Corazzata Potomkin”. Con la dedica nella prima pagina di Google, l’ormai famoso doodle, il regista sembra brillare di una nuova luce. Una luce da elezioni politiche.

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https://youtu.be/hgfiAzqrLVo?t=722

La Corazzata Potemkin” è un lunghissimo film d’avanguardia e di propaganda politica sulle rivoluzioni sovietiche dei primi anni del secolo scorso con uno strano destino. Da alcuni è considerato un’opera d’arte ed esaltato per il messaggio sociale. Racconta la storia dell’ammutinamento dei marinai della corazzata, ma ha avuto più onori dalla sua stroncatura, arrivata dal più proletario dei proletari moderni, il ragionier Fantozzi. In una lunga scena del film “Il secondo tragico Fantozzi”, Paolo Villaggio la ribattezza come la Corazzata Kotionmkin e la definisce  una “Cagata pazzesca”. Paolo Villaggio e Luciano Salce, con grande genialità, ne stravolgono totalmente l’atto di propaganda di sinistra trasformando il mito sovietico in un messaggio tragicomico e contrario.

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cambiamenti. Social journalism

Cultura imposta

Bisogna forse aver vissuto gli anni settanta per capire a fondo la forza sardonica e dirompente del film. Gli impiegati della megaditta, piccoli borghesi notoriamente conservatori e superficiali, non acculturati, come novelli rivoluzionari del 1976, in pieno post sessantotto, si ribellano al padrone che li obbliga a recarsi ad acculturarsi al cineforum aziendale. Qui sono proiettati film cari alla borghesia di sinistra.  La sera della partita della finale del campionato in cui gioca l’Italia, devono vedere e commentare il film di Sergei Eisenstein invece di godersi, a casa, la partita di calcio. All’improvviso gli impiegati diventano gli ammutinati, prendono in ostaggio il comandante, lo picchiano e distruggono lo strumento di tortura, la pellicola storica della corazzata Kotionkin.

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la scala Rho b&b

Infine sono fermati, e poi puniti e nuovamente torturati, proprio dai post rivoluzionari che chiamano le forze dell’ordine. Con questa dedica e con il suo doodle, Google potrebbe essere accusata di interferire nelle elezioni italiane,  per aver richiamato alla mente degli elettori le tante contraddizioni politiche, fra destra e sinistra, tutt’ora esistenti.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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