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Sprangate in San Dionigi. 2 in ospedale

Dell’accampamento di rom e kossovari al parco Vettabbia alle aggressioni in via San Dionigi. Ieri sera intorno alle 20.30 è giunta una chiamata di richiesta di soccorso per una aggressione da via San Dionigi 99. Quando le ambulanze e i carabinieri della compagnia di Corso Monforte sono arrivati sul posto hanno trovato due fratelli di 44 e 42 anni, di nazionalità romena, con diverse ferite. Dopo le prime cure sono stati portati, in codice rosso, negli ospedali san Carlo e Santa Rita. Non sono in pericolo di vita e non hanno fratture, ma sono stati ricoverati in ospedale in osservazione per le tante ferite e numerosi traumi ricevuti.

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Sprangate per una baracca

Come loro stessi hanno raccontato dopo essersi ripresi, sono stati aggrediti da un altro gruppo di romeni che li ha picchiati usando delle spranghe di ferro, mente si trovavano in visita in una baracca occupata da un connazionale che, all’arrivo dei carabinieri, ha preferito scappare. Sul posto dell’aggressione i carabinieri e hanno infatti trovato alcune spranghe di ferro che potrebbero essere state abbandonate dagli aggressori. Sul posto c’era anche l’auto utilizzata dai due feriti e un’altra auto con la targa inglese, abbandonata dagli aggressori. La spedizione punitiva sarebbe avvenuta a causa dell’occupazione della baracca da parte del cittadino romeno sfuggito all’arrivo dei carabinieri. In queste ore i carabinieri, cui sono affidate le indagini, stanno cercando di appurare l’identità degli aggressori.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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