Il migrante suicida a Milano era del Mali. E’ ancora senza identità
MIlnao. Era originario del Mali il migrante che hha scelto il suicidio eiri mattina a Milano, in stazione centrale.
Ieri mattina poco prima di mezzogiorno un passante ha visto un uomo impiccarsi alle strutture della ferrovia, in via Ferrante Aporti, poco lontano dalla Stazione Centrale. Ha chiamato immediatamente i soccorsi Per riuscire a raggiungerlo il più tempestivamente possibile sono intervenuti i vigili del fuoco di via Messina con un autoscala. Sul posto insieme all’ambulanza è giunta anche un’automedica. Purtroppo non c’è stato nulla da fare.
L’uomo è stato portato in ospedale, a Niguarda, in codice rosso. Un estremo tentativo di salvargli la vita, anche quando era ormai chiaro che per lui non c’era nulla da fare. Dopo il ricovero si sono attese le ore necessarie, prima di dichiararne la morte cerebrale. Forse, però, la sua sfortunata vita ne salverá delle altre se i suoi parenti decideranno di donare gli organi. E’ stato, in parte, identificato dalle impronte digitali. Si tratta di un giovane di 31anni, originario del Mali, arrivato nel nostro paese circa un anno e mezzo fa.
Il suo nome non è ancora stato reso pubblico
Le generalità, però, non sono ancora state rese note. Diversi i motivi. Fra questi la necessità di rintracciare i parenti prima di comunicare le generalità, per chi muore in queste condizioni. Inoltre, probabilmente non vi è la certezza che l’identità dichiarata al momento dello sbarco corrisponda ad una identità reale in Mali. Le sue tracce iniziano infatti con lo sbarco sul territorio italiano, ma non aveva con sè documenti personali e quindi il resto della sua storia, quella che si è svolta quando era nel suo paese natale, è ancora da scrivere.
Il comune di Milano ha espresso il suo cordoglio per l’episodio, già da ieri pomeriggio. Ha confermato anche che il Maliano non era ospitato nell’hub di via Sammartini, e non aveva segni di riconoscimento. Dall’amministrazione comunale hanno colto l’occasione per insistere, ancora più di prima, a sostegno delle buone pratiche di accoglienza e integrazione.
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