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Il saggio breve di Valditara al centro di un convegno sull’immigrazione

Durante un convegno sul tema dell’immigrazione, nella sala Carmagnola dell’hotel Cavalieri, in piazza Missori, venerdì 10 febbraio, è stato presentato il saggio breve “Immigrazione. Tutto ciò che dovremmo sapere.” Scritto da Giuseppe Valditara,  Gian Carlo Blangiardo, Gianandrea Gaiani (ed. Aracne), il saggio affronta il fenomeno dell’immigrazione fornendo dati sul tipo d’immigrazioni e sui possibili effetti che ogni tipo d’immigrazione può avere sulla società in cui avviene. Il convegno è stato anche l’occasione per confrontare diversi punti di vista sul fenomeno.

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Presenti come relatori, oltre agli autori, anche Matteo Salvini, l’assessore alla sicurezza di regione Lombardia Simona Bordonali, Il consigliere svizzero della Lega dei ticinesi Norman Gobbi. La moderazione è stata affidata al direttore di Ticino Media, Marcello Foa. Un confronto fra la situazione lombarda e quella Svizzera è stato naturale. Si deve organizzazione e promozione del convegno alla Lega Nord di Milano.

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Immigrazione legale qualificata e immigrazione clandestina

Matteo Salvini ha introdotto l’argomento chiedendo maggiore serietà ai giornalisti. “Oggi su giornali si parlava solo della patata della Raggi e degli hacker russi che avrebbero preso di mira i computer della Farnesina. Ma sai cosa gliene importa ai russi dei computer della Farnesina…” Ha detto il segretario della Lega Nord. Dopo le battute iniziali, la discussione si è svolta intorno alle differenze esistenti tra l’immigrazione legale e qualificata, e quella clandestina. Generalmente la seconda è senza qualifiche professionali.

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Non sono mancati i richiami alle regole della convenzione di Ginevra sull’accoglienza a profughi e rifugiati e alla situazione italiana. Solo il 5% delle domande di asilo politico e di riconoscimento dello status di rifugiato sono accolte dallo stato italiano. Gli altri “richiedenti asilo” non hanno i titoli necessari perchè gli sia riconosciuto lo status di rifugiato.

Perchè emigrano?

Interessante anche l’analisi sui tipi d’immigrazione accettati da Giappone e Inghilterra. Un’immigrazione economica molto più qualificata e rivolta, con richieste dirette, ai professionisti.  Si è parlato anche delle difficoltà dei paesi del nord Africa, come l’Egitto, che rischiano di trovarsi senza manodopera e senza professionisti a causa della forte emigrazione.

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Il rischio è l’impoverimento anche di paesi che sono in via di sviluppo. Alcuni governi hanno proposto interventi per trattenere la gente in Africa, ma con scarsi risultati. Si è arrivati alla conclusione che non è la povertà che spinge gli africani della classe media a rischiare la vita per raggiungere le coste europee. Ciò che li attrae è piuttosto il sogno splendente e poco realista della vita in stile occidentale.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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