Gli spettacoli e le compagnie di Incroci teatrali
Santa Margherita Ligure – La serie di spettacoli presentati nella rassegna del premio Incroci hanno trame e personaggi che meritano una presentazione più approfondita, in attesa di poterli gustare ampiamente a teatro. Eccovi dunque una breve presentazione di ogni spettacolo e di ogni compagnia che partecipa al concorso.
APNEA. PICCOLE INTERRUZIONI QUOTIDIANE
Regia di Stefania Tagliaferri, con Alice Corni, Luca Schneider, Elisa Zanotto. Videoarte: Carolina Grosa ed Elena Sorrentino. Mapping: Luca Dodaro, drammaturgia di Verdiana Vono, Compagnia Palinodie.
C’è un punto in cui il respiro si assenta. La mente è fissa su un pensiero costante, un problema ovviamente. E i polmoni vanno in standby. Si dimenticano di respirare. Non c’è niente da fare, respirazione diaframmatica, in 4 tempi, inversa, feldenkreis: tutto è inutile. Non serve saltare e nemmeno cantare a volume più alto possibile Cicalecicalecicale. Ai personaggi di Apnea questo disguido succede diverse volte al giorno, ormai troppe. Per questo hanno deciso che è ora di cambiare, che in qualche modo devono riuscire a tuffarsi nell’aria e uscire dal loro loop. Ogni mattina, per ricordarsi il buon proposito, gli apnoidi si disegnano sul corpo dei segni, dei tatuaggi in costante mutamento, come quelli che Carolina Grosa e Elena Sorrentino hanno creato per il video cascalmondo. Queste immagini, esternazioni di mappe interiori, sono proiettate sulla scena, a creare la via per tornare a galla.
LA COMPAGNIA
Palinodie è una compagnia teatrale diretta da Stefania Tagliaferri. Impegnata in una ricerca artistica
autonoma che si compie nella scrittura e nell’allestimento di spettacoli originali, Palinodie nel nome porta un
manifesto di libertà: niente restrizioni di genere o di convenzione, un discorso per tutti che stabilisca una
comunicazione diretta tra il pubblico e l’atto teatrale. La Compagnia finanziata dalla Regione Valle d’Aosta è
tra le cinquanta imprese culturali vincitrici di Funder35 per il triennio 2016-18. Ultima produzione è Ballad
to Shakespeare, opera che sarà ospitata all’International Shanghai Festival a settembre 2016.
E.C.G. PICCOLA AVVENTURA DI UN CUORE A VENEZIA
Regia di Matteo Moglianesi, con Sara Milani, Nadia Milani e Serena Crocco, sound design: Giulia La
Marca. Scenografia: Nicol Mazzotti, Compagnia Bitols.
“E.C.G. Piccola avventura di un Cuore a Venezia” è un progetto di messa in scena de Il Mercante di Venezia
di W. Shakespeare per il teatro di figura, nello specifico per l’animazione su nero di oggetti.
La messa in scena si è basata prevalentemente sul conflitto tra i due protagonisti della commedia, Shylock e
Antonio, cercando di creare una sorta di pocket Shakespeare basato sul loro rapporto e la loro storia. Della
sceneggiatura originale, concepita per il teatro d’oggetti, sono stati mantenuti i due oggetti protagonisti: un
cuore, Antonio e un coltello, Shylock.
Sono stati questi stessi a suggerire l’idea di trasporre la vicenda sopra
il bancone di una macelleria, un piccolo mondo che contiene, contestualizza e traspone in nostri oggetti,
facendoli divenire i nostri protagonisti. Cosi, La casa del coltello Shylock diviene un castello di taglieri, il
tribunale diventa una bilancia, simbolo eterno della giustizia, la nostra piccola Venezia è una città che si
costruisce con i materiali presenti sul bancone. I protagonisti non hanno voce, o meglio: agiscono. Non li
sentiamo parlare, ma si raccontano con i loro movimenti e le loro caratteristiche.
LA COMPAGNIA
Il nucleo artistico di E.C.G si è formato appositamente per questa produzione e vede coinvolti: Matteo
Moglianesi (regista e ideatore del progetto); Nadia Milani, Sara Milani e Serena Crocco (Animatrici su nero),
Nicol Mazzotti (scenografo) e Giulia La Marca (Sound Designer).
Nadia Milani, Matteo Moglianesi, Serena Crocco, Sara Milani e Nicoló Mazzotti si sono conosciuti nel 2013
durante un laboratorio professionale per animatori di teatro di figura presso il Teatro del Buratto di Milano.
La prima in qualità di docente e gli altri come partecipanti. Uniti dall’interesse comune di indagare la tecnica
del teatro di animazione su nero hanno deciso di collaborare per il progetto “E.C.G. Piccola avventura di un
cuore a Venezia” a cui si è aggiunta anche Giulia La Marca, appassionata di suoni e paesaggi sonori che ha
curato l’accompagnamento sonoro.
UNA SPECIE DI BASTARDO
Regia di Olivier Elouti Wangue, co-regia Ilenia Veronica Raimo, con Ilenia Veronica Raimo (attrice e cantante), Stefano Grasso (attore e batterista), Vittorio Piredda (attore e contrabbassisita) e Davide Ratti (proiezionista), compagnia Mascherenere
Questo è un grande lavoro sul Jazz e sull’identità, che prende ispirazione dall’autobiografia romanzata di Charle Mingus, “Peggio di un Bastardo”.
Un’identità frammentata che ha vissuto un epoca storica di grande cambiamento ed emancipazione per la sua razza, del quale lui non sentiva di far parte, ma che comunque ha contribuito a sostenere e diventando così manifesto ed esempio di quanto la diversità possa diventare un punto di forza. Il nostro è un tributo a quest’epoca e ad un grande musicista che con la sua narrazione e la sua ricerca musicale sviscera temi universali che fanno parte della vita di tutti noi. Essendo nel suo subconscio, siamo tutti Mingus. Siamo un suo sogno, una sua proiezione. Infatti abbiamo immaginato Charles nei suoi ultimi istanti di vita, mentre è in coma (muore di SLA a 56 anni).
Sogna e ricorda, rielabora e immagina. Da qui strumenti musicali (contrabbasso e batteria), suoni (campionatore di suoni), immagini (proiettate sul fondo) e parole (narrazione da parte dell’attrice).
LA COMPAGNIA
Mascherenere nasce nel 1990 dall’incontro di alcuni artisti africani ed italiani, con lo scopo principale di
diffondere le culture dell’Africa. Nera in Italia tramite un’operazione di sintesi/ricerca tra i paesi portatori di culture “altre” ed il patrimonio artistico del paese ospitante. Nei primi anni ’90, Mascherenere si fa portatrice di quello che chiamiamo “italofonia”: panorama artistico in cui scrittori, poeti, attori, drammaturghi extraeuropei si esprimono attraverso la lingua italiana. Al contatto con i linguaggi teatrali occidentali si è prodotta una “contaminazione” di modelli espressivi il cui risultato è stato un arricchimento reciproco. Mascherenere
gestisce anche la prima (e finora unica) scuola di teatro transculturale in Italia.
PETROL
Di Giacomo Gamba, con Anna Penati e Marco Zavarise. Regia di Giacomo Gamba. Compagnia Fabbrica Del Vento.
Petrol racconta la giornata di un uomo e di una donna, due dark clowns che con tragicomica grazia ed ironia vivono in un mondo surrogato, in plasica, robotico nel quale sembra essere tutto ordinato, anestetizzato, preconfezionato; racconta il viaggio di liberazione di Em ed Um alla scoperta di qualcosa di colorato e
inaspettato. I ritmi di lavoro, ripetitivi ed alienanti fino al grottesco, sono scanditi da una voce misteriosa che sembra fornire una risposta a tutto: “you are my wonderful office-workers: work hard, be happy and remember to smile”…
Un sogno grottesco e premonitore scuote le coscienze di EM e UM che vivono, condizionati, in un mondo surrogato, orchestrato da tempi e modi anestetici e preconfezionati.
Al limite di quella vita tragicomicamente disumana, ecco però accadere improvvisamente qualcosa che apre
le porte alla loro consapevolezza.
LA COMPAGNIA
La compagnia Fabbrica del Vento è fondata da Giacomo Gamba, drammaturgo, attore e regista. Ne fanno
parte Anna Penati e Marco Zavarise.
“Ci piace pensare di essere stati sputati fuori da un temporale o forse da una tempesta. Ciò che è certo è che
un vento interiore ci muove nella sperimentazione di diverse discipline artistiche: danza, teatro, clown alla
ricerca di una sospensione magica.” Sempre il Vento ha portato la Fabbrica in USA, Argentina, Canada,
Armenia, Egitto, Ecuador, Bosnia Eregovina.
La compagnia Fabbrica del Vento si pone come obiettivo quello di sperimentare la fusione tra diversi codici
teatrali. L’utilizzo di maschere utilitarie non convenzionali (nel caso di Petrol maschere da operai saldatori)
ha fatto nascere la necessità di ricercare un codice espressivo ad hoc che oscilla tra: elementi propri del
Clown tragico, una tecnica legata alla danza e al mimo, il tutto tuttavia incanalato in una drammaturgia a tutti
gli effetti teatrale.
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