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Drug test positivo. Tutta colpa del raffreddore

Boffalora  sopra Ticino –  Gianluca Introini, autista di pullman di Boffolora sopra Ticino, ci ha raccontato la sua disavventura. Non con la polizia locale di Monza, che l’ha completamente liberato dai sospetti, ma con i giornali. Vi era finito perchè risultato positivo al drug test a causa di un farmaco anti-influenzale.

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drug test autista autobusLa storia di Gianluca ha fatto molto scalpore. E’ finita su tutti i giornali, sia cartacei sia su internet, se ne sono occupati anche dal Corriere della Sera. Era prevedibile. E’ una di quelle che fanno notizia. L’abbiamo raccontata anche noi, riprendendo la notizia dai blog di news di Monza Brianza: Drogometro tradisce autista di autobus e anche il raffreddore. Gianluca era risultato positivo al drug test a causa di alcuni farmaci da banco contro il raffreddore che non riportavano sul bugiardino, il foglietto accompagnatorio dei medicinali, la possibilità che causasse falsi positivi al nuovo apparecchio in dotazione alle polizie locali. Non ha avuto multe nè altri problemi amministrativi. Le sue ragioni sono state pienamente riconosciute e la sua professionalità è intatta. Non era certamente drogato, al massimo era un po’ raffreddato.

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Anche se la sua innocenza non è stata messa in dubbio, un problema c’è. Glielo abbiamo causato noi blogger e giornalisti. Boffalora Ticino è un piccolo paese, poco più di 3mila abitanti e gli autisti di autobus non sono molti. Anzi pare ce ne sia uno solo: Gianluca. Così, i suoi vicini di casa, gli amici e i genitori degli amici dei suoi figli, e anche i suoi parenti lo hanno immediatamente collegato alla storia finita sui giornali e, per quanto increduli, non hanno potuto fare a meno di chiedere. Gianluca, suo malgrado, ha scoperto la potenza del web e per qualche settimana è stato sotto la sua pressione.

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Gianluca ci è rimasto davvero molto male e tiene quindi a raccontare tutta la storia dall’inizio. Il motivo è anche professionale. Come mai i bugiardini dei medicinali da banco non riportano avvertenze? Eppure sia l’azienda produttrice sia i farmacisti hanno confermato la presenza della sostanza misurata dal drug test. Hanno confermato anche che non è droga, ma può lasciare nella saliva residui di sostanze usate anche per sintetizzare le anfetamine. Semplice. I drug test non sono ancora diffusi al punto da giustificare una modifica (pratica costosa e burocraticamente difficile) del bugiardino. Ci penseranno quando i drug test saranno utilizzati in un periodo di epidemie da raffreddore.

A bordo del pullman in visita a Villa reale c’erano i pensionati e un sacerdote di Robecco e non una scuola di Magenta

Con Gianluca abbiamo fatto una bella chiacchierata in cui mi ha raccontato come è andata il giorno del test. E’ una storia tutta da riscrivere, a cominciare dai passeggeri. Anche se a prima vista non sembra importante cambia molto se invece di bambini a bordo del pullman c’erano degli adulti. E’ stato infatti Gianluca a guidare anche nel viaggio di ritorno e la decisione è stata presa anche sulla fiducia che i passeggeri, adulti, hanno avuto in lui. Ci sarebbero state ben altre responsabilità se a bordo ci fossero stati dei minorenni. “Fa un po’ ridere, ma non è neppure stata la polizia locale a fermarmi. Mi sono fermato io”  mi ha raccontato. “Davanti all’ingresso di Villa Reale a Monza non c’è un vero e proprio punto per la sosta dei pullman. C’è solo una rientranza. C’era una macchina della polizia locale che stava eseguendo dei controlli sulla strada e per non farmi dare una multa ho preferito chiedere se potevo lasciar scender i passeggeri in quel punto. Mi hanno detto di si, purchè poi mi allontanassi a parcheggiare”.

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Così parroco e parrocchiani sono scesi. Il sacerdote ha insistito benevolmente con gli agenti, perchè lasciassero parcheggiare il pullman in quella posizione. “Tanto ci fermiamo solo mezz’ora. Non fatelo andare a parcheggiare chissà dove.” Difficile non accontentare un parroco in gita che chiede un favore, così la polizia locale ha in parte acconsentito. In parte, perchè lo scotto da pagare per approfittare del parcheggio comodo è stato il controllo approfondito della documentazione del pullman. Niente di male, era tutto in ordine. Ed è in questo modo che si è arrivati a provare il drug test. Potete immaginare la sorpresa di autista, parroco e polizia locale quando il test è risultato positivo alle anfetamine.

Positivo si, ma al raffreddore. ” Al ritorno ho guidato io il pullman. La polizia locale ha accettato una dichiarazione con il nome del medicinale”

” Non si sapeva cosa fare. La polizia locale mi ha chiesto subito se avevo preso dei medicinali. Ho chiesto di essere accompagnato in ospedale per il prelievo del sangue che liberasse dal dubbio, ma hanno preferito farmi firmare una dichiarazione in cui facevo il nome del medicinale contro il raffreddore che avevo preso il giorno prima, un semplice mucolitico.” La polizia locale quindi era consapevole dei falsi positivi causati dal medicinale e che la persona che avevano davanti non era drogata. “D’accordo con i passeggeri, li ho riaccompagnati io a casa. Si sono fidati anche loro. Non ho avuto nessun problema, da quel lato. Quello che non mi aspettavo era quello che sarebbe poi successo con i giornali. Eppoi, perchè il produttore del medicinale non avvisa della possibilità dei falsi positivi? Meno male che è un medicinale che avevo già usato e me ne ricordavo il nome. Non riuscivo a capire come fosse possibile che fossi positivo”.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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