Passeggiando a Imbolc (video youtube)
Bernate – Per tutti coloro che non sono riusciti a venire alla passeggiata al calendario celtico per festeggiare Imbolc, ecco un resoconto. La giornata è iniziata meravigliosamente. La temperatura era gradevole grazie alla presenza del sole che piano piano riprende il suo spazio.
Il gruppo, numerosissimo (una ventina di persone tra adulti e bambini) si è ritrovato all’Info Point di Bernate per iniziare il giro al calendario celtico, accompagnati dal Gruppo di rievocazione celtica Volki-Tesini.
Prima di partire, Sagillia ha illustrato brevemente come si sarebbe svolto il pomeriggio, indicando in lei e in Britomaro le persone che avrebbero spiegato il significato della festività e altre informazioni e curiosità sul parco del Ticino.
Mentre ci trovavamo sul sentiero, Sagillia ci ha fatto notare, tra le altre piante, un nocciolo e si è soffermata sull’osservazione dei fiori dell’albero. Personalmente l’ho trovata molto interessante e curiosa, quindi voglio rendervi partecipi e condividere le sue parole che meglio non potevano descrivere oltre che l’albero, la sua dedizione alla natura:
“Oltre ai fiori maschili, ci sono anche quelli femminili; se andate a vedere con una lente ci sono dei bottoncini rossi piccini piccini che sono di una bellezza infinita. Perché uno non ci pensa e vede solo i fiori maschili. Però non sono quelli che fanno i fiori, ma sono quelli femminili. Se vi ricordate quindi tra qualche tempo che vedrete comparire quelle cose rossicce sui rami prendete una lente e guardatele perché sono un capolavoro…”
Continuando verso la collina del calendario, ci siamo fermati ancora un paio di volte per ammirare il paesaggio del parco del Ticino, che per nostra fortuna è ancora ricco e rigoglioso.( Proponendoci poi uno sforzo di immaginazione….Quello della foresta del territorio dove stavano i celti).
Tutta la fascia delle campagne intorno ai boschi è ricca di marcite utilizzate ancora come forme di coltivazione tradizionale. Sono molto importanti anche per la fauna in quanto habitat perfetti per uccelli soprattutto nella stagione invernale, dove l’acqua delle marcite non permette al terreno di ghiacciarsi.
Parlando di marcite non si può non far riferimento all’acqua, uno degli elementi principali per la vita, la quale troviamo molto abbonante nelle nostre pianure, grazie anche alle risorgive.
Cos’è una risorgiva?
Il territorio del parco del Ticino rientra nella fetta di pianura padana dove l’acqua piovana che è penetrata in montagna, crea fiumi che scorrono sotto terra. Questi riemergono in superficie e formano appunto delle risorgive. Grazie alla presenza di queste, che rinnovano sempre l’acqua, il Ticino è chiamato il “fiume azzurro”.
Possiamo definire questa parte della pianura come benedetta: al giorno d’oggi per la presenza di abbondanti acque per l’irrigazione dei campi, ma anche in tempi più antichi quando queste terre erano abitate da popolazioni celtiche, dove l’acqua era particolarmente sacro: ad essa si associava infatti la dea e le fonti, le sorgenti in genere erano luoghi curativi.
La passeggiata prosegue immergendosi sempre di più nella selvaggia foresta, e raggiungendo infine il calendario celtico al centro della collinetta.
Quest’ultima in realtà non è una vera e propria collina ma un dosso antico, formato dalla sedimentazione di sassi e detriti portati dal fiume che con il tempo la vegetazione ha colonizzato e arricchito. Se ci poniamo al centro del piano e ci guardiamo intorno notiamo un cerchio di alberi piantati appositamente in rappresentanza degli alberi sacri ai celti.
Sagillia infatti ci raccontava: “gli alberi per i celti erano particolarmente sacri. Quando guardavano una pianta infatti, non vedevano semplicemente la pianta in sé o quello che potevano ricavarne ma, legavano alla pianta tutta una serie di significati e di energie particolari. Questa serie di alberi sacri vennero usati come base per l’ideazione di un alfabeto : l’alfabeto Ogamico.”
(L’alfabeto ogamico secondo la leggenda è stato passato dal dio Ogma agli uomini, o meglio ai druidi cioè agli uomini saggi di sapienza. Alfabeto era semplice perché doveva essere efficace e veloce da utilizzare. Era un po’ come i caratteri cuneiformi delle popolazioni primitive: poteva essere segnato sui tonchi, sulle rocce, ed era formato da quattro famiglie di lettere. Queste non erano state scelte a caso ma sono state ricavate dalle lettere iniziali dei nomi degli alberi sacri. I caratteri venivano scritti o dal basso verso l’alto o da sinistra verso destra; erano esclusivamente usati dai druidi. In realtà risulta che venissero usati raramente in quanto la cultura celtica veniva tramandata oralmente.
Ma allora, quando venivano utilizzati ?
Gli Ogam venivano utilizzati quando dovevano stabilire cose importanti: nelle isole per segnare i confini delle proprietà; oppure come linguaggio segreto per messaggi criptati: utilizzavo la mano intera, le dita e i nodi delle dita come punti di riferimento per le diverse lettere.
Il calendario celtico non proviene dai nostri antenati: a quanto i racconti ci mostrano infatti non avevano un vero e proprio calendario, ma si orientavano durante il giorno e durante l’anno grazie ai cambi di stagione, le costellazioni etc.
Robert Grave , antiquario appassionato di storia celtica, nel 1900 inventò quello che oggi è il nostro calendario celtico . Anche se parte da una finzione, da un’invenzione, in realtà si parte da una realtà storica ovvero l’alfabeto ogamico. Nel suo libro “Dea Bianca” da un fortissimo impulso all’ancoraggio degli alberi sacri ai periodi dell’anno.
Ogni albero quindi è collegato a delle date del nostro calendario ufficiale e quindi si può associare il nostro compleanno con uno degli alberi sacri e vedere quale di questi ci protegge.
La giornata prosegue e diventa interattiva.
Sagilia propone a tutti i partecipanti di costruire insieme la croce di Brighit .Quale modo migliore di ricordarsi questa bellissima giornata se non portandosene un pezzetto a casa??. L’attività è stata molto apprezzata e in molti si sono cimentati nell’impresa. Con dei fili di rafia offerti dal gruppo dei Lupi del Ticino insieme a Sagilia e le sue indicazioni ognuno ha costruito la propria croce e iniziare quindi una nuova tradizione che ci riporta alle nostre radici. Ecco il link alcune istruzioni che trovate sui video youtube youtube: Imbolc Tutorial – Brigid Cross e How To Make A Brigid’s Cross From Rushes
Dopo intrecci e racconti ecco arrivare all’orizzonte niente meno che l’ora della MERENDA!!!!!! Per festeggiare la festa di Imbolc ci aspettava una gustosa e abbondante merenda a base di formaggi, miele (immancabile duo!) e del buon latte caldo a km zero. I fuochi di Imbolc non solo danno il benvenuto alla natura che si risveglia ma il è il simbolo di questi fuochi accesi la parte più importante: essi rappresentano questa voglia di riscoprire le nostre origini, in un mondo moderno dove tutto è legato alla materia che sembra prevalere sullo spirito.
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Interessante, conosco il parco del Ticino perché pratico MTB, insomma il Ticino accontenta tutti, prendiamoci tutti cura del parco.
Prossima passeggiata partecipo anche io, complimenti.
complimenti finalmente un buon segnale ,un a gemma pronta a fiorire ,:amore per la propria terra ,il cordone ombelicale presente passato futuro ,ora piu’ che mai ………………