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Piccolo Principe. L’essenziale è invisibile agli occhi

Il cinema d’animazione offre un’interessante e poetica rivisitazione del classico di Antoine de Saint-Exupéry, il Piccolo Principe.

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Il piccolo principe film d'animazione

Che il cinema d’animazione si sia del tutto sdoganato da una dimensione prettamente infantilistico-adolescenziale è opinione condivisa da almeno un decennio. Sia le sceneggiature – sempre più articolate e modellate sugli standard tecnici del cinema maggiore – che le struttura narrative concorrono a dare forma a medio e lungometraggi animati graditi a un pubblico adulto.
Questa consapevolezza si è, in me, ulteriormente rafforzata dopo la visione de Il piccolo principe, film d’ animazione diretto dall’esperto Mark Osborne.
Il concept del capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry è agilmente inserito in una storia che amalgama la poesia e la raffinatezza del testo originale con una storia di buon riferimento. La lettura sottotestuale è rispettata e, come un fiume carsico, riemerge a intervalli concettualmente e strutturalmente ordinati. La scena è sempre dominata dalla dolcezza e dalla poesia che il cambiamento, necessario in tante fasi della vita, produce se accolto con speranza ed entusiasmo.
L’idea della persistenza dell’identità infantile – quasi un’eco pascoliana – quale garanzia di umanità era già un’intuizione di grande sensibilità nei primi anni ’40, quando l’autore francese scriveva; nella società odierna, obliterata da funzionalismo efficientista e dalle aggressive oligarchie finanziario-speculative diviene quel pozzo nel deserto di cui si avverte sempre più spesso il bisogno.

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La stessa idea della morte, intesa come transizione figlia della natura e non come sconfitta dello spirito, è introdotta con estremo garbo e soluzioni talora commoventi.
Esci dalla sala, alla fine della proiezione, portandoti dentro una breve, spontanea scorsa di tutta la tua vita, perché il suggerimento è lo stesso per tutti: occorre, a prescindere dal proprio percorso di vita, riuscire a non dimenticare.
Colgo l’occasione per porgere un sincero augurio di Buon Anno a tutti voi.

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Marco Cox

Mi chiamo Marco Cocco e sono nato a Cagliari nel Marzo del 1978. Dopo la maturità classica ho conseguito la laurea in Lettere Moderne e, parallelamente, ho avviato la mia attività di scrittore e musicista rock. Nel 2007 mi sono trasferito a Milano, dove ho insegnato per alcuni anni materie letterarie alle scuole superiori, senza mai abbandonare la scrittura creativa e la musica, a cui - ancora attualmente - dedico tempo, energie e passione.

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