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Reparti speciali dei carabinieri a Ossona

C’è qualcuno che dice ancora che Ossona è un paese tranquillo e dove non succede mai nulla. Sarà forse per questa tranquillità che sembra che Ossona che sia stata scelta come base per tutta una serie di attività strane di cui la gentenormale ha solo dei vaghi sospetti! Così capita di cadere dalle nuvole quando si vedono entrare in cortile dei reparti speciali dei carabinieri e, dalla finestra, li si nota condurre un’ operazione di tipo militare, con appostamenti, manovre di accerchiamento e altro. E’ successo a circa metà di via Patrioti, verso piazza Litta, lo scorso sabato sera.

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ossona azione reprti speciali carabineirLe voci in paese si rincorrevano prospettando varie ipotesi. Parecchi hanno notato l’azione dei reparti speciali dei carabinieri. I soliti Devoti alle violente guerre di paese, combattute a suon di pettegolezzi tanto feroci e dannosi quanto inutili, avevano già cominciato a sfogliare il libro nero, quello che qualche demonio ha consegnato loro e che contiene l’elenco di tutte le più velenose  perfidie che la lingua può pronunciare, e stavano già scegliendo la vittima cui attribuire l’arresto piuttosto che qualche reato infame. Però gli è andata male: da quel cortile nessuno di loro conoscenza è uscito in arresto. Da ciò che risulta dalle poche notizie raccolte, i carabinieri stavano conducendo una grossa operazione antidroga. “Lì?????” si sorprenderanno i più fini conoscitori della società di Ossona. E si! Proprio lì, ma anche in qualche altro luogo di Ossona; in tanti luoghi di Ossona. Vi ricordate quando dicevano che in piazza Litta succedono cose strane?

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Qualche giorno fa, sui giornali quotidiani, era apparsa la notizia che a Bareggio, durante un controllo di routine delle forze dell’ordine, un idraulico residente a Ossona era stato sorpreso alla guida di un’automobile che conteneva 30 chili di droga. Stranamente nessuno, a Ossona, sapeva chi potesse essere questo idraulico. Fortunatamente lo sapevano i carabinieri, e ne conoscevano tutto il largo giro di parentame. Pare che l’automobile con cui era trasportata la droga fosse intestata ad un detenuto per reati gravissimi in Germania e fosse ora nella mani di sua sorella, residente a Ossona,  e che chi guidava fosse un cugino della donna, sempre residente a Ossona. Anche il marito della donna sembra in qualche modo coinvolto nella vicenda. Mi spiace: non posso farvi i loro cognomi, permettendovi di identificarli. Non è per paura, ma perchè, cercandoli su internet, viene fuori un gran “rosario” di reati, spesso commessi da omonimi. Fratelli, cugini, zii e nipoti, tutti con lo stesso nome e cognome e tutti con diverse condanne sulle spalle. E’ difficile riuscire a capire chi è stato condannato per cosa. Vorrei evitare di essere accusata di calunnia da un detenuto per spaccio di droga,  per aver scritto che era stato condannato per omicidio mentre il colpevole era suo zio. Quindi per darvi il peso dell’importanza dell’operazione delle forze dell’ordine scrivo solo che la cosa più leggera travata cercando i cognomi dei protagonisti della retata di sabato sera  è il caso delle ‘ndrine della ‘ndrangheta che avevano organizzato delle associazioni “locali” per prendere possesso della Lombardia. Il resto è un crescendo.

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Sarà felice il Gibo di Ossona, che finalmente può dimostrare una delle sue tante strampalate teorie dei massimi sistemi: quella che a Ossona comanda la ndragheta.  Solo che, invece di seppellire rifiuti lungo il percorso della tav, come sosteneva lui, si dedica a traffici decisamente più redditizi e pericolosi.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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