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A Milano il Comitato per il Referendum per l’indipendenza del Veneto

A Milano il Comitato per il Referendum per l'indipendenza del VenetoIeri pomeriggio in Corso Buenos Aires a Milano, a due passi da Porta Venezia, il gazebo della Lega nord ha ospitato, oltre che l’iniziativa Chiedo Asilo, anche i componenti del comitato Veneto indipendente, che hanno il compito istituzionale di raccogliere i fondi per svolgere al più presto il referendum per l’indipendenza del Veneto. La visita milanese della delegazione veronese del comitato per il referendum è stata particolarmente  importante e significativa per il momento storico che si sa vivendo.

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Da un alto la gente firmava in massa per rinunciare alla cittadinanza italiana e chiedere asilo politico come profugo per avere il reddito di sostentamento da 700 euro al mese, lo stesso che si vuol dare ai clandestini, dall’ altra dava contributi per sostenere il diritto di indipendenza del veneto, che vuol legittimamente tornare ad essere, dopo 160 anni di buio istituzionale, la Serenissima repubblica di Venezia. La storia del Comitato Veneto Indipendente è semplicissima. Lo scorso luglio il consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità due mozioni, una leggermente diversa dall’altra, che stabilivano di celebrare un referendum  in cui si chiede ai veneti se volgiono essere indipendenti. Il quesito referendario è semplicissimo: Vuoi tu che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana? .

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Il braccio di ferro fra Veneto e stato italiano

A seguito di questo atto, lo stato italiano ha impugnato le due leggi tentanto di impedire che i veneti possano esprimersi, ma questo non ha fermato ne la gente nè i politici veneti che, in consiglio regionale si sono battuti strenuamente e in in modo trasversale, per resistere alle imposizioni dello Stato italiano. Alla fine ha ceduto lo Stato e il referendum sull’indipendenza del Veneto si farà, però lo stato italiano è riuscito ad imporre che non possano essere usati i soldi del bilancio regionale, ma che dovessero essere raccolti dei fondi a parte, tramite dei comitati e dei conti correnti cui la regione Veneto può partecipare. Solo che se i fondi raccolti sono versati sul conto corrente regionale, finiscono nella cassa Depositi e Prestiti, che è in mano allo Stato. Costoro, i dirigenti ministeriali del governo Renzi, hanno già detto che ne tratterranno una parte, e naturalmente, sarà molto difficile che poi rendano disponibile il rimanente perchè il Veneto possa liberamente esprimersi sulla propria indipendenza.

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Così si è deciso di istituire un Comitato istituzionale, nato con l’apporto di numerose associazioni indipendentiste venete, che nelle provincie della Serenissima contano moltissimi aderenti, e di fondare il Comitato Veneto indipendente che si occupa di raccogliere i fondi e di promuovere il referendum. Probabilmente poi, con l’aiuto anche di altri comitati e di tanti volontari, si tratterà anche di effettuarlo.

A porta Venezia sventola il Confalone di San Marco

Vedere sventolare il Confalone da guerra Veneto, con il leone di San Marco a spada sguainata e con il libro del Vangelo chiuso, sul corso che va da Porta Venezia a Piazzale Loreto è stato emozionante. Una romantica come me è stato impossibile non ripensare a quante altre volte è successo che le insegne venete varcassero quella porta, nei secoli scorsi. Generalmente era il confalone di pace, con il leone che tien una zampa sul Vangelo di san Marco aperto, ed era nelle mani degli ambasciatori della Serenissima repubblica di Venezia che si recavano in visita ai Signori del Ducato di Milano o della repubblica ambrosiana, o a quelli più recenti della repubblica cipadana. Nel passato, quello delle libere repubbliche, i rapporti fra la Lombardia e il Veneto erano spesso tesi. Due grandi stati, politicamente molto potenti in Europa, che si fronteggiavano spesso sui confini comuni. Oggi, dopo essere stati praticamente annientati da un’unità italiana non voluta e tanto spesso contestata, si sono ritrovati fratelli, alleti, nelle civilissime e moderne richieste di indipendenza, che nulla hanno da invidiare a quelle della Scozia, della Catalogna, dei Paesi Baschi e di altre mille regioni storiche dell’Europa.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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