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Quei polli spennati di Cassinetta di Lugagnano

A Cassinetta di Lugagnano, il grazioso Comune che si trova a cavallo del Naviglio Grande, fra Abbiategrasso e Corbetta si trovano alcune bellissime ville settecentesche, molto antiche, usate un tempo dai nobili milanesi come case di campagna.

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Alcune di queste ville, con le loro tenute e campagne, appartengono ora a esponenti del jet set lombardo che hanno fatto la fortuna del piccolo Comune, il cui centro è composto da due graziosi e piccoli borghi, Cassinetta e Lugagnano,  separati da un antico ponte sul Naviglio e abitati da gente che si conosce da sempre.

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Paesi così tranquilli e antichi, tradizionalmente, per essere davvero degni della loro tradizione, devono nascondere  qualche mistero che possa accendere la fantasia dei numerosi turisti d’élite che sanno scoprire i veri tesori dell’arte e della cultura. Nel Caso di Cassinetta di Lugagnano il mistero è il fantasma di una donna, che vive in una delle ville antiche. Quando era in vita la Nobile milanese amava moltissimo gli animali, specialmente i gatti e,  si dice, ha conservato questa sua preferenza anche nel momento in cui è diventata un fantasma.

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La presenza e l’attività del fantasma era stata la prima spiegazione data al mistero di una vera e propria strage di gattini avvenuta nel 2011. I gattini venivano rapiti da una grande colonia felina, inseriti in sacchetti di plastica e lasciati morire soffocati davanti al portone di una villa di via Alberico da Barbiano.

Ci sono voluti due anni, e la promessa di una taglia offerta da una associazione animalista, per smuovere le acque e scoprire che i macabri fatti non erano legati a tentativi di evocazione del fantasma della gattara settecentesca ma potevano essere attribuiti a una signora che applicava una sua particolare interpretazione della limitazione delle nascite dei cuccioli di gatto. Con la sterilizzazione delle gatte della colonia, poi, si è fermata anche la strage di gattini. Così perlomeno raccontano le cronache.

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Oggi siamo da capo: sembra che i tentativi di evocare il fantasma amante degli animali siano ripresi.  Non spariscono più i gattini, però. Questa volta spariscono polli, galline e altri piccoli animali da cortile che a Cassinetta di Lugagnano sono tradizionalmente abituati a una sana vita libera, prima di finire in pentola. In certe sere,  però, non tutti i polli e non tutte le galline ritornano al loro pollaio, e nelle notti seguenti gli abitanti di Cassinetta di Lugagnano sentono chiaramente lunghe urla strazianti che sembrano arrivare dalle ville.

Difficile individuarne l’esatta natura e difficile capirne il punto d’origine, ma in paese non si sussurra d’altro e un certo timore comincia a serpeggiare  tra il migliaio di abitanti di Cassinetta di Lugagnano che, con l’abbassarsi delle tenebre, preferiscono non uscire di casa se non obbligati. Non si sa mai, visto il cambiamento di gusti della gattara fantasma. Questa volta però, gli animali spariscono in modo definitivo. Non sono ritrovate neppure le ossa e le piume. Perciò, possiamo solo immaginare che chi effettua le  evocazioni del fantasma preferisca far sparire ogni traccia, concludendo i suoi strani riti con una ben più prosaica e lauta cena di mezzanotte, l’ora dei fantasmi, spennando, oltre ai polli, anche gli abitanti di Cassinetta di Lugagnano. (Fonte foto: screenshot dal video youtube Naviglio Grande – Robecco – Cassinetta di Lugagnano di Donato Ferrara)

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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