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La strada di Ossona che fa arrabbiare il parroco

A Ossona i lavori della fogna fanno arrabbiare anche don AngeloForse dire che Don Angelo si è arrabbiato per i lavori della fogna in piazza San Cristoforo è un po’ troppo, ma di sicuro  ha preferito mettere i puntini sulle i e anche su tutte le altre lettere dell’alfabeto. Lo si può capire leggendo un piccolo trafiletto che è stato pubblicato sull’informatore, il giornalino della Parrocchia di Ossona, distribuito in questi giorni a Ossona. Il punto che darà vita ad un certa serie di discussione  e che non  vede certamente don Angelo dalla parte del torto è il pezzettino di parcheggio che c’è davanti alla Chiesa di San Cristoforo.  E’ una cosa nota a tutti che il parcheggio appartiene alla parrocchia, mentre la sede stradale vera e propria, la ex strada provinciale, ora appartiene al Comune.
In questi ultimi mesi mentre procedevano i lavori per la sostituzione dei tubi sul pezzettino del parcheggio abbiamo visto di tutto: persino i cartelli di divieto di sosta su un’area privata. Senza farsi molti problemi, l’amministrazione ha lasciato che il parcheggio privato fosse utilizzato come deposito dei materiali, dei macchinari e della sabbia per fare il cemento. Ora giustamente don Angelo, o meglio, la parrocchia di Ossona, presenta il conto e chiede a ditta e amministrazione comunale di rimettere a posto il parcheggio e di rifare l’asfaltatura anche di quel pezzettino che vien concesso d’abitudine a parcheggio pubblico. Il problema, però, è che, se le cose stanno come in via Rimembranze, l’asfaltatura riguarderà solo il canale di scavo e non tutta la carreggiata, quindi ancora meno si penserà al ripristino del parcheggio della Chiesa. Gli elementi per scatenare la solita guerra ossonese fra parrocchia e amministrazione comunale ci sono tutti, e gli ossonesi staranno come sempre a guardare con atteggiamenti che variano all’attonito al rassegnato.

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A causa di uno di quei strani casi ossonesi che da secoli caratterizzano il nostro piccolo Comune, la parte di strada sotto il Sagrato della Chieda di san Cristoforo, cioè la parte alla base dei tre gradini, appartiene alla parrocchia mentre la sede stradale che appartiene al Comune segna una linea retta fra il piccolo marciapiede verso via padre Giuliani e la casa d’angolo fra via Roma e via Rimembranze. La via roma arriva quasi diritta e la proprietà comunale rispetto a quella della Parrocchia è delimitata da un ideale proseguimento della linea retta di via Roma. Intorno al 1700, nel periodo della repubblica cisalpina, Napoleone obbligò la Chiesa, per motivi igenici, a spostare i cimiteri che si trovavano davanti all’entrata delle Chiese e a spostare i resti umani al di fuori dai centri abitati. Le colonnine che delimitano i gradini risalgono infatti al periodo napoleonico quando probabilmente si creò questa situazione, sicuramente frutto di liti. La sede stradale allora era una strada provinciale su cui passava il Postale , una diligenza pubblica che collegava Boffalora sopra Ticino con  Milano. La Stazione era proprio in piazza san Cristoforo. Prima della costruzione di viale Europa, il tram Gambadelegn della linea Milano  Sedriano – Castano Primo entrava in paese, percorreva la via Marconi e la via Canzi e la stazione, gli Scansceau (stampelle), era in piazza San Cristoforo, i binari poi giravano in via Roma, per dirigersi verso Sedriano. Intorno agli anni ’80 circa, la provincia di Milano cedette le via Roma, via Canzi e via Marconi al Comune di Ossona, ma a nessuno venne in mente di sistemare le proprietà o fare delle convenzioni con la Curia, per definire il pezzettino di sagrato, magari destinandolo a uso pubblico e facendosi carico della manutenzione o acquisendolo. Nulla di Nulla. ed è da quel momento che per l’amministrazione comunale quel pezzettino di strada è pubblico quando è da usare e privato quando è da sistemare. A guardare come sono le cose attualmente l’aver messo i cartelli di sosta vietata è un abuso, così come utilizzarlo per appoggiarvi materiali e macchinari. Sarebbe interessante chiedere a Don Angelo se, prima, qualcuno gli ha chiesto il permesso.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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