Amianto a Casorezzo: i cittadini dicono No, assolutamente
Ieri sera a Casorezzo, nella sala Polifunzionale sotto la Biblioteca Civica, si è tenuta l’Assemblea Pubblica mirata a spiegare il “Progetto Cava Amianto”. L’Assemblea, è stata studiata con l’altro Paese interessato, Busto Garolfo, infatti, entrambe le Amministrazioni, nello stesso momento parlavano alla cittadinanza di questo delicato argomento. Facciamo il punto generale della situazione.
La Cava, che corre a confine tra Busto Garolfo e Casorezzo è dal 2000 oggetto di manifestazioni e controversie. Prima si voleva adibire l’area a discarica di rifiuti, poi volevano utilizzarla per smaltimento di rifiuti tossici. In tutte queste controversie, c’è sempre stata una forte mobilitazione della cittadinanza con il Comitato Cittadino e la creazione di un presidio davanti alla cava, che guarda caso, dopo ogni vittoria, veniva bruciato.
Dovrò essere un po’ tediosa, ma è utile che vi racconti.
In questo momento la Cava, viene utilizzata per lo smaltimento di materiale inerte, che viene dai cantieri edili. Materiali che non vanno certo a compromettere la salute pubblica. Il problema è nuovo, in quanto la Ditta ‘Solter s.r.l.’ che dal 2010 è subentrata alla “Ecoter s.r.l.” vuole adibire l’area a discarica di Amianto. Rifiuti che sicuramente compromettono la salute, che ci siano dati o no, il Mesotelioma ha già fatto troppe vittime.
Continuiamo con la storia, nell’Ottobre del 2013 la Te. A. Consulting per conto di Solter, ha presentato un progetto di recupero ambientale, con riempimento tramite RCA(Rifiuti contenenti amianto) e progetto di gestione produttiva ATEg 11 a Regione Lombardia e Provincia Lombardia. Successivamente, a Novembre, lo stesso progetto è arrivato sui tavoli dei Comuni di Casorezzo e Busto Garolfo. Vari iter burocratici, hanno portato al rigetto del progetto, da parte della Regione e della Provincia, per mancanza di dati certi.
La Solter, non aspettando la sentenza di giudizio, a luglio di quest’anno ha ripresentato il progetto includendo i documenti mancanti, sia a Regione che alla Provincia, che ai due neo Sindaci di Casorezzo e Busto Garolfo. Ora è tutto bloccato fino a Novembre, per un’insufficienza di documentazione, tra cui, il documento che attesta il Rischio Ambientale e sulla Salute. Il progetto riguarda tutta l’area della cava, parliamo di una superficie di 70.000 mq, per un quantitativo di Ethernit di 800.000 mc. Un’infinità.
Quintali di Ethernit che andrebbero a sistemarsi comodamente sotto i nostri piedi. Le Amministrazioni Locali, entrambe, come una sola voce, hanno detto no. Questa prima assemblea era volta ad informare la cittadinanza, che prende nozione di questo argomento un po’ qui un po’ lì, con un crescendo di rabbia e paura per la salute. Non ci sono garanzie che i Tir che scaricherebbero il materiale, non rilascino particelle, che sono talmente piccole da non poterle nemmeno misurare. Però, hanno forse trovato, una maniera per evitare tutto ciò.
La prima è la creazione di un gruppo di studio congiunto, con esperti del settore, che possano dare un forte contributo, con argomentazioni strutturate e oggettive. Stanno anche interpellando la Asl, così che possa dare un contributo sul rischio della salute. I punti su cui batteranno maggiormente il chiodo sono il traffico, che andrebbe ad aumentare e l’instabilità del progetto, richiedendo una partecipazione anche di Parco del Roccolo.
I cittadini hanno risposto numerosi, ponendo domande, facendo osservazioni, mostrando tutta la loro preoccupazione. Sulla salute, il pericolo per i bambini, che sono il nostro futuro. Ma soprattutto, hanno ribadito più volte che il nostro territorio ha già dato. È dagli anni ’60 che la cava e limitrofi, vengono utilizzati come discariche.
I nostri Paesi non sono la discarica di nessuno. Possono farcelo credere, possono insistere su questo punto. E allora si torna ad organizzare i comitati, a creare nuove marce, e se necessario, sostenere le amministrazioni con la forza della negazione. Addirittura l’intervento che più mi ha fatto sorridere e quello di un anziano cittadino, che si è alzato in piedi, ha guardato tutti negli occhi, e ha detto: “Non state lì ad aspettare che qualcuno ci salvi. Tornate nelle Piazze, fate sentire la vostra voce. Ormai sono vecchio, chiamate i vostri figli, fate venire i giovani e siate pronti a scendere in battaglia se veramente volete vincerla.”
Con questo richiamo accorato, vi dico, leggete pure questo articolo, ma ricordate, in tutte le rivolte pacifiche, la voce del Popolo è stata quella che si è levata più in alto. Gli ostacoli saranno tanti, ma è del nostro futuro che stiamo parlando, della nostra casa. È la nostra terra che vogliono rovinare. Sabato presenziate alla marcia, contro la Cava di Amianto e sul Maxi Pollaio. Sarà la vostra voce a fare la differenza.
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