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Follie amministrative. ADI, l’Assegno Di Inclusione, e i disabili 82enni che devono dichiararsi disponibili al lavoro

L’ADI, il nuovo assegno di inclusione cui si può fare domanda tramite il sito dell’inps, può essere richiesto anche dai pensionati con le pensioni basse, purchè si dichiarino disponibili al lavoro e firmino un patto in cui si impegnano a non rifiutare il lavoro proposto. Sono passati meno di 15 giorni dall’apertura del nuovo sistema di inclusione sociale e già si iniziano a vedere le prime magagne, i favoritismi e le stramberie. Questo è il caso di una donna di 82 anni, disabile e con una pensione di reversibilità minima che lo scorso settembre, dopo moltissime difficoltà di vita, ha finalmente avuto diritto ad una integrazione del reddito tramite la pensione di cittadinanza.

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Ora rischia di perderla a causa degli errori informatici e concettuali di due compartimenti del governo, Inps e ministero del lavoro. Infatti, nonostante la legge riconosca ai cittadini una serie di diritti, fra cui quello del cittadino di fare domanda da solo, senza intermediari, utilizzando la piattaforma web, nonostante l’ADI possa essere richiesta anche da pensionati con redditi bassi, in continuazione con la pensione di cittadinanza che, al contrario del reddito di cittadinanza, era una vera e necessaria integrazione al reddito.

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Il primo errore

adi,assegno di Inclusione,inps. Follie amministrative. ADI, l'Assegno Di Inclusione, e i disabili 82enni che devono dichiararsi disponibili al lavoro - 03/01/2024

Il problema più grande per una persona disabile e che ha passato gli 80 anni è adattarsi alle nuove tecnologie, persino quando hanno passato la vita a utilizzarle e non si possano definire analfabeti tecnologici. Hanno sempre bisogno di una mano. Quindi figli, nipoti e badanti possono usare i loro profili entrando come persone di fiducia. Ebbene è così che la badante e il figlio della signora 82 enne con una pensione di reversibilità bassissima e titolare di un assegno di pensione di cittadinanza, che deve necessariamente passare all’assegno di inclusione ADI, se vuole continuare ad essere assistita, hanno presentato al domanda sul sito dell’inps.

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La signora si è detta disponibilissima a lavorare

All’atto della presentazione però si è scoperto che, nonostante la sua età, per mantenere il diritto all’assegno d’ inclusione sociale deve sottoscrivere il PAD. Patto di attivazione digitale sul SIISL. Deve cioè dichiararsi disponibile ad accettare un lavoro. Peccato che non possa farlo, ma non a causa dei sui 82 anni perchè, una volta informata, lei ha risposto che firma volentieri il pad , e che è disponibilissima a tornare al lavoro, nonostante l’età, i dolori cronici e il cedimento vertebrale.

Il secondo errore

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Come molte persone della sua età, la signora non ha nè CIE (la carta di identità elettronica) nè Spid. Sul sito dell’inps si può essere delegati e quindi non ci sono problemi, ma il sito del SIISL è un’altra faccenda perchè, nonostante ciò che raccontano sulla possibilità di presentare la domanda in modo autonomo, il sito del SIISL, su cui va firmato il Pad non accetta le deleghe provenienti all’Insp, non accetta la compilazione di domande da persone di fiducia, e quel che è peggio di ogni altra cosa, quando chiedi aiuto e chiedi di risolvere il problema informatico consigliano di rivolgersi ad un caf, perchè hanno entrature “privilegiate” e canali dedicati. Alla faccia dell’inserimento in autonomia.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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