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Armi su telegram. Fate fare il militare ai ragazzi

La polizia postale ha scoperto un canale Telegram in cui dei ragazzini si scambiavano consigli e istruzioni sulle armi e questa mattina all’alba ha bussato alla loro porta, nello sconcerto più totale dei loro genitori. Raccontarsi che tutti nella nostra società siano pacifisti e seguaci dei principi della non violenza è una grande stupidaggine. Spesso i più violenti, desiderosi di confronto fisico, armi e violenza sono proprio le persone che si dichiarano pacifiste.

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Alcune persone, alcuni ragazzi, oltrettutto, nascono con l’animo del guerriero e non c’è la fanno a fare finta che non sia vero. Se appena ne hanno l’occasione mettono mano ad esplosivi, pistole e armi di ogni genere. Nel migliore dei casi si sfogano giocando a softair. Nell’era di internet, inoltre, le possibilità di non attirare l’attenzione sono minori rispetto al passato quando le esplosioni, se avvenivano in luoghi abbastanza isolati, potevano passate inosservate.

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La possibilità di incanalare l’aggressività naturale di chi nasce guerriero in un contesto di civiltà è sempre stata data dagli eserciti, anche quelli pensati e organizzati per la sola difesa. Se non c’è azione e non c’è guerra, ci sono le numerose esercitazioni, quasi reali, lo studio e la disciplina che si prendono il compito di inserire in un senso di giustizia e di legalità questa parte della natura umana.

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È in questo contesto di giovani guerrieri repressi da una società ipocrita andrebbe inquadrato il significato di quanto scoperto dalle indagini della polizia postale e della Digos su un canale Telegram in cui dei minorenni, provenienti da varie parti d’Italia, si scambiavano informazioni ed istruzioni sulla costruzione, sulla modifica e sull’uso delle armi e in cui postavano video in cui le usavano.

Il video

Secondo quanto comunicato dalla questura, i ragazzi sperimentavano miscele esplosive con sostanze chimiche acquistate su internet e ne documentavano gli effetti pubblicando foto e video in questo canale Telegram. Le indagini sono state svolte fra ottobre 2022 febbraio 2023 quando gli investigatori del centro operativo per la sicurezza cibernetica di Milano, quella che una volta si chiamava solo Polizia postale, hanno individuato dei canali Telegram in cui degli adolescenti condividevano le loro esperienze sulle armi e sugli esplosivi.

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In alcuni dei messaggi i ragazzi scrivevano: “I miei genitori sono contrari alle armi allora me le fabbrico io oppure me le prendo da qualche parte” o anche “Ci ho sparato con una glock vera…”, “Te lo dico perché le modifico da quando avevo 14 anni ”. Nelle chat affermavano di girare armati di coltelli e a volte persino con pistole, a salve o da softair, incuranti di possibili controlli da parte delle forze dell’ordine.

“Io avevo una glock però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano”. “Io sono andato con un multitool con coltello, rischiato molto di andare al minorile.” “Io portavo quello a scatto nel giubbino”. Questi sono altri messaggi comparsi nelle chat che testimoniano, oltre alla pericolosità dei loro atti, anche quella grande voglia di misurarsi in duello.

Nel canale pubblicavano spesso anche foto e video in cui posavano con armi da taglio, da sparo e da softair, o mentre le usavano. Nelle loro discussioni su Telegram chiedevano informazioni e consigli su come confezionare molotov, esplosivi e detonatori, pubblicando anche foto degli ordigni realizzati, scrivendo “avete mai fatto una molotov?”,” Io si”. “Martedì provo a fare del napalm”. “Qualcuno ha un video Tutorial per un detonatore? “, “Buon pomeriggio, ecco a voi un piccolo dispositivo”.

Questa mattina, al termine dell’indagine coordinata dal Procuratore Capo del Tribunale per i Minorenni di Milano dott. Ciro Cascone e dal Sostituto Procuratore dott.ssa Sabrina Ditaranto, la Polizia Postale, le DIGOS e con l’ausilio delle unità cinofile specializzate della Polizia di Stato, ha eseguito 8 perquisizioni nelle città di Avellino, Lecce, Milano, Pisa, Sassari, Nuoro e Treviso, ritrovando manufatti e attrezzature che i ragazzi si erano procurati e che si vedono, in parte, nel video.

Rimane peró il fatto che questi ragazzi non sembrano avere delle intenzionalità criminali, quanto piuttosto una profonda, e pericolosa, curiosità, una intelligenza viva, a parte l’uso sconsiderato di telegram, e la grande necessità di incanalare la loro passione in un ambito in cui la si può rendere legale e utile alla società. Magari, peró, non a 14 anni.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

2 pensieri riguardo “Armi su telegram. Fate fare il militare ai ragazzi

  • Avatar photo Luca Giuseppe Boldorini

    Salve sono il Soccorritore nella foto del incidente di Castano Primo, due osservazioni,
    1°se non conoscete il nome dell’ente mettete Ambulanza, il Mezzo e della Croce Azzurra di Buscate, Non di Busto A.
    2° prima di pubblicare una foto che rappresenta un operatore sanitario o di pubblica sicurezza, dovete chiedere l’autorizzazione o oscurare il volto.
    Grazie per l”attenzione
    Luca Giuseppe Boldorini

  • Ci ho messo un attimo a capire. Ha sbagliato articolo. Voleva parlare dell’incidente di Castano. Le rispondo qui e poi anche per email. Grazie per la correzione del refuso, che abbiamo sistemato.
    Sui volti invece si sbaglia. Non vanno oscurati.
    Per prima cosa un soccorritore non è un pubblico ufficiale ma un incaricato di pubblico servizio. Lieve differenza ma esistente e credo lo sappia. Il secondo appunto è che chi ha scritto l’articolo è una giornalista e Co notizie una testata giornalistica registrata, quindi per noi le regole della privacy non prevalgono. Seguiamo il codice deontologico che è ben piú attento alle persone e alla correttezza, ma che non comprende l’oscuramento dei visi, nè ei privati cittadini nè dei pubblici ufficiali. Possiamo fotografare e pubblicare ció che vogliamo purchè si possa vedere ad occhio nudo ( non possiamo cioè entrare nelle camere da letto dalla finestra con un drone per fare fotografie, ma mi pare una questione di buon senso).
    Inoltre non capisco la sua richiesta… Non penso si vergogni di essere un soccorritore, giusto? Tanto più che ha firmato il commento con il suo nome e cognome, che io non avrei mai pubblicato perchè non inerente all’articolo.

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