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Ossona. Furto in chiesa. Di nuovo i rom

Un brutto furto a Ossona. 4 rom, due donne, un uomo e alcuni bambini, erano presenti domenica 25 settembre, alla Messa delle 11 e lunedì 26 settembre alla Messa mattutina. La preghiera non era esattamente nelle loro intenzione perchè hanno velocemente adocchiato le borse delle signore che stavano assistendo alla funzione dagli ultimi banchi. Con tranquillità e senza destare sospetti hanno fatto sparire almeno un portafoglio da una borsetta.

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Non è stato un furto che gli ha fruttato molto, ma ha causato un danno importante., perchè il portafoglio conteneva i documenti, cioè carta di identità, patente, tessera sanitaria. Tutti documenti di identificazione personale interdipendenti l’uno dall’altro che , quando spariscono insieme, creano davvero molte difficoltà di duplicazione.

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Ci sono cose che danno particolarmente fastidio: uno di questi è il furto perpetrato nei luoghi sacri, e durante le funzioni religiose. Sembrano fatti in spregio di Dio, che nei suoi comandamenti ha espressamente chiesto di non rubare. Ossona nel recente passato ha sofferto molto per la presenza dei rom. Si spera di non ritornare al periodo di una decina di anni fa, con 3 quattro furti al giorno in un paese di 4 mila abitanti, anche se i furti in appartamento in paese sono semrpe stati numerosi.

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Il furto in chiesa e la parola rom. Meglio spiegare

Una specifica doverosa: da pochi anni il codice deontologico dei giornalisti sconsiglia di usare la parola zingari, per indicare quella particolare tipologia di personaggi che girano nei paesi e che rubano, ma nulla dice sulla parola rom. Io lo ho sempre trovato errato perchè porta alla confusione con la nazionalità dei romeni. Anche se molti che indicheremmo con la parola zingari sono di nazionalità romena e di etnia rom, non è detto che vi sia una coincidenza completa fra nazionalità e abitudini predatorie. Secondo me eliminando la generica parola zingari e utilizzando al suo posto un nome così specifico come rom, o romeno, si commette un errore giornalistico.

Tendo, però, ad adeguarmi a quello che decidono le leggi e quindi uso la parola “rom” al posto della parola “zingari”. Penso sia però necessario specificare il motivo e anche indicare chi è che ha avuto l’idea di vietare una parola generica, obbligando così all’uso di una troppo specifica e fuorviante.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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