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6° missione in Ucraina per la Guardia Nazionale

Vanzaghello (Mi). Sta per partire il sesto carico di aiuti ai civili che si trovano in Ucraina, organizzati dai volontari della Guardia Nazionale. Il centro di raccolta degli aiuti è nella sede del loro distaccamento, nell’ex bar della stazione ferroviaria Vanzaghello Magnago.

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Cibo, vestiti ( ora estivi), medicinali, lenzuola e coperte, anche stoffa e materiale didattico per i bambini, oltre alle attrezzature necessarie alla sopravvivenza in scenari di guerra. Questo è quello che contengono i numerosi scatoloni che transitano quasi quotidianamente dalla sede del distaccamento di Vanzaghello diretti, con il loro talloncino giallo e blu della missione SOS Ucraina, verso il centro di aiuto ai profughi che si trova nel mezzo dei territori sottoposti ai bombardamenti e alla guerra.

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Un Centro di aiuto ai profughi in Ucraina

  • guardia nazionale,ucraina. 6° missione in Ucraina per la Guardia Nazionale - 06/05/2022
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Il contatto con il Centro di distribuzione e di aiuto per i profughi in Ucraina, in una zona che si trova a metà strada fra Kiev e Odessa e di cui non scrivo la posizione, è quasi giornaliero. Avviene attraverso whatsapp. Ci si sente e ci si tiene informati nelle varie fasi del lungo viaggio attraverso i territori in guerra, e poi per la distribuzione degli aiuti. Le storie che ci si racconta sono tante e tutte fanno male al cuore e all’anima.

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Guardo i visi delle persone che appaiono nelle foto e mi riconosco nei loro tratti. Potrei essere io, i miei figli, i miei genitori, i miei amici. Anche quando nella foto sorridono, lo sguardo negli occhi racconta quello che non dicono. C’è poco da immaginare. Prima erano i profughi di Kiev, oggi sono quelli che arrivano da Mariupol e dal Donbass.

Nella zona il Centro di distribuzione e aiuto, infatti, fino a questo momento sono cadute poche bombe e sembra il posto adatto per assistere le persone che fuggono dalle grandi città distrutte.

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Le comunicazioni in codice

Rispetto ai primi tempi della guerra in Ucraina, quando ancora la situazione non era ben precisa, oggi le comunicazioni sono più semplici. I primi tempi non mandavano foto, per evitare che fossero intercettati luoghi e persone. Ci si scambiava indicazioni sul numero degli scatoloni e la natura degli oggetti che contenevano utilizzando un codice, inventato lì per lì, e comprensibile sia in Italia sia a chi stava in Ucraina.

Se non fosse una cosa seria e terribile, farebbe quasi sorridere. La “spedizione di aiuti” era il “Rosario”, e le scatole con gli oggetti necessari si dividevano in “grani” ( le scatole) di “Ave Maria”, “Padri Nostri”, “Gloria” e così via. l’unione tra spedizione e preghiera ha avuto successo perchè per ben 5 volte, i meravigliosi corrieri che hanno attraversato le zone di guerra per consegnare gli aiuti sono arrivati incolumi.

Gli smartphone

Fortunatamente si è capito presto che le capacità tecnologiche dei russi non permettevano di intercettare i messaggi whatsapp e ora, sempre con la debita attenzione, la conversazione è libera. I satelliti, le costellazioni di star link, riescono a coprire i collegamenti internet anche in Ucraina. Smartphone e telefonini funzionano e danno quasi una parvenza di normalità a ciò che normale non è: una guerra di distruzione, con bombe, sparatorie e carri armati.

Gli ucraini hanno dovuto abbandonare le loro case, ogni oggetto e i vestiti, ma andando via quasi tutti hanno preso con sè le cose più necessarie: filo e carica batterie, powerbank e smartphone. Non hanno più nulla ma non sono soli. Possiamo ascoltare i loro messaggi vocali con la voce che si spezza sul finale. Un solo attimo, quasi impercettibile, che esprime però un intero mondo di sentimenti.

La Guardia Nazionale

Ora, anche oggi, nella sede del distaccamento della stazione ferroviaria di Vanzaghello Magnago, i volontari della Guardia Nazionale, intanto che effettuano il presidio di sicurezza, insieme a persone di Vanzaghello e di Magnago stanno preparando la sesta missione. Ci sono già più di 20 scatoloni pronti a partire per essere consegnati la prossima settimana. Se ne stanno preparando altri per le settimane seguenti. La generosità della gente di Vanzaghello è tanta e ogni giorno, nonostante la profonda crisi economica che si sta vivendo anche da noi, anche a causa di questa guerra, ci portano qualcosa che può essere utile.

Però… ho un sassolino nella scarpa di cui devo liberarmi

Però. Si, c’è un però. Ora mi tolgo un sassolino dalla scarpa. C’è qualcuno a Vanzaghello che odia così profondamente il lavoro dei volontari che sta facendo di tutto per distruggere il frutto del loro impegno, gratuito, a favore della protezione delle persone, del diritto alla sicurezza e della libertà, sia a Vanzaghello sia nei luoghi in cui la gente vive la guerra. Tenta di mettere continuamente i bastoni fra le ruote alla Guardia Nazionale e, soprattutto, a me.

Ha dei problemi personali nei miei confronti. Probabilmente lo infastidisce anche il mio mestiere di giornalista e pensa di essere in una posizione di tre dita più in alto di Dio, ma non lo è.

Quando la gente, coscientemente, decide di impegnarsi nella prevenzione in un ambito così delicato come la sicurezza degli altri, specie se si occupa di giornalismo, ha forse più pazienza e autocontrollo di chi non lo fa. Però quando decide che i pericoli e le insidie che questi personaggi creano hanno raggiunto il limite ammissibile, oltre il quale i danni sono troppi, li fa fuori senza pensarci una volta in più. Non fisicamente, sia chiaro, il proverbio dice che “ne uccide più la penna della spada”. Io aggiungo “specie quando la penna la uso io”

La sfida

Ora che ho attirato la vostra attenzione, vi consiglio di seguirmi. Nei prossimi mesi ne leggerete di ogni colore. Sta a voi lettori, però, capire chi è l’innominabile cui farò quello che in gergo si chiama “il culo quadro” senza mai scrivere una sola bugia. E’ una sfida che sono certa di vincere.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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