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Il maledetto Hacker dei computer degli ospedali di Milano. Dopo 5 giorni continuano i disagi

È arrivata in redazione, poco prima delle 15 del 2 maggio, la notizia che i computer dei sistemi informatici dei pronto soccorsi degli ospedali di Milano San Carlo, Sacco, San Paolo e Fatebenefratelli sono sotto attacco hacker e fuori servizio. La polizia postale è sul posto in cui si trovano i server e ha già aperto le indagini. L’attacco è avvenuto alle 3 della notte fra l’1 e il 2 maggio. Non si sa quando i server saranno ripristinati. L’attacco ha avuto ripercussioni anche su altre aziende e presidi sanitari, e sul sistema di prenotazione del fascicolo elettronico della Lombardia. Nell’articolo pubblicheremo, in fondo, gli aggiornamenti della situazione man mano che ne verremo a conoscenza.

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I pronto soccorsi degli ospedali

ambulanze che attendono, a causa dei disservizi causati dagli hacker nei server degli ospedali di Milano

Attaccato anche il sistema informatico di accettazione

All’esterno dei Pronto Soccorsi si è formata una fila di ambulanze. I casi più gravi sono stati dirottati, ove possibile, come dimostrano le missioni aperte da Areu, su altri nosocomi. Regione Lombardia non sa dire quando potranno essere ripristinati i servizi. Per ora si è tornati alle accettazioni cartacee.

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Stiamo aspettando di avere altre notizie e di sapere cosa sta succedendo. La situazione è già sotto il controllo della polizia postale di Milano, che sta effettuando delle indagini. Se confermato che si è trattato di un attacco hacker, l’atto sarebbe di una gravità inaudita, perchè sta mettendo a rischio la vita di pazienti, creando delle lentezze che generalmente non ci sono. L’attività medica e di intervento non è stata però mai compromessa e neppure quella degli esami ambulatoriali già prenotati. Nonostante la scocciatura di tornare a fare ogni cosa a mano allungando i tempi, il sistema ha retto.

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hacker nei servizi informatici ospedali di a Milano. file nei pronto soccorsi

6 maggio: ancora disagi per la situazione creata dagli hacker

Regione Lombardia ha assicurato che, come risulterebbe dalle prime analisi, dai server che si occupano della sanità in Regione Lombardia non è stato rubato alcun dato e non è stato pagato nessun riscatto per ottenere il controllo del server. Generalmente i metodi di sicurezza principali staccano dalla rete Internet i server che sono stati colpiti da un attacco hacker. In questo modo bloccano qualunque trasferimento di dati. Il problema però sono i danni causati dal dover tornare ad utilizzare i metodi cartacei per la registrazione dei dati. Problemi che si sono hanno avuto diversi tipi di ripercussioni sul sistema ospedaliero.

Il sistema il sistema digitale della Regione Lombardia per quello che riguarda gli ospedali non si basa su uno solo. di accesso del server e quindi non tutti gli ospedali sono stati direttamente messi in crisi dall’attacco hacker. Però sono necessità di dover convogliare le urgenze negli ospedali che avevano ancora i computer funzionanti ha creato sui loro pronto soccorsi e sul loro centro di prenotazioni delle pressioni che hanno superato anche il 40% del lavoro. Inoltre la velocità di gestione delle pratiche, quando non si può contare su internet e sulle Intranet aziendali, è più che dimezzata.

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Solo passati quasi 6 giorni dall’attacco hacker ma ancora adesso il sistema sanitario Lombardo, perlopiù Milanese, risente dei danni indotti da questa azione criminale. Dai pronto soccorsi si lamentano del fatto che i pazienti che si recano al pronto soccorso non sono al corrente di quanto successo e, non si rendono conto di quanto l’attacco abbia influito sui tempi di attesa per fornire le prestazioni. Quindi quindi, giustamente, la gente in pronto soccorso è spesso nervosa e le situazioni spiacevoli si creano spesso. Quindi il personale si trova a gestire oltre alla emergenza ordinaria e all’emergenza creata dal hacker anche un numero maggiore di questioni legate alla sicurezza.

Non è ancora nota la tempistica per poter risolvere tutti i problemi che i criminali hanno creato. Le indagini della polizia postale, a volte la ricerca dei colpevoli, continuano.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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