Prima Paginaguerra

Pericoloso botta e risposta Russia e Italia. Preludio della prossima mossa del Cremlino?

L’agile lettura di cartina geografica e un’età che permette di avere ancora freschi i ricordi della guerra fredda , che si pensava conclusa con la caduta del muro di Berlino nel 1991, sono le caratteristiche di chi ha letto immediatamente l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e questa guerra come un grave pericolo per lo stato italiano. Il problema è che Putin e il governo russo non usano la politica e l’economia per fare la guerra, ma usano carrarmati, missili, sommergibili e aerei militari ben armati . Queste sono cose in cui la mira è fondamentale ma quasi sempre il raggio d’azione è troppo ampio rispetto all’obiettivo, specialmente in un paese dagli spazi stretti, dal carrugio alla calle, come l’Italia.

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Non si tratta di russofobia, ma della consapevolezza che se Putin vuole invadere uno qualunque dei paesi confinanti con l’ Ucraina e che si trovano nell’Unione Europea e nell’alleanza della Nato, deve prima diminuire la forza di fuoco con cui potrebbe essere colpito alle spalle. Il paese meno armato e giudicabile con meno “resistenza” , ma con più basi militari Nato, che si trova in una posizione strategica per poter sparare contro la Russia, è l’Italia.

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cambiamenti. Social journalism

Non c’è nessun segreto nella debolezza politica e nella divisione interna del paese. Non c ‘è neppure bisogno di aver una intelligence specifica per comprendere cosa pensano gli italiani. Basta leggere Facebook per capire tutto, o quasi.

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Il primo guanto di sfida

Oggi il governo russo, in particolare il direttore del dipartimento europeo del ministero degli esteri russo, ha lanciato all’italia il primo guanto di sfida. Lo riporta anche Ansa. “Le sanzioni non sono una nostra scelta. Non vorremmo che la logica del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, che ha dichiarato la “totale guerra finanziaria ed economica” alla Russia, trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili”.

E’ quanto ha affermato all’agenzia Ria Novosti Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, citando anche il ministro Guerini. “Non diamo peso alla propaganda – ribatte il ministro della Difesa italiano -. Incoraggiamo invece ogni passo politico e diplomatico che metta fine alle sofferenze del popolo ucraino. L’Italia è a fianco dell’Ucraina e continuerà ad esserlo”. 
Si capisce, dal messaggio russo, che qualcuno sta ancora commerciando, in Italia, con la Russia. Si capisce anche che c’è una minaccia.

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La nave da guerra Ustinov scorrazza nel Mar Mediterraneo dal 22 febbraio

Dopo aver letto di questo scambio di parole fra i due governi sono andata a vedere se per caso una delle app che utilizziamo noi giornalisti, mostrava qualche sommergibile russo al largo delle coste del Mar Mediterraneo e con il gps acceso. Una curiosità molto ingenua: quale nave da guerra in territorio nemico lascia il gps acceso? Invece c’era. 41 giorni fa l’ultima posizione della nave da guerra Ustinov era sullo stretto di Gibilterra. Stava entrando nel mar Mediterraneo.

E’ l’unica nave russa che attualmente è allo scoperto. Non troppo scoperto dato che sono 41 giorni che scorrazza nel mar Mediterraneo con il gps spento. Sempre seguita comunque, spero, dalle navi della Nato. Il nome della nave da guerra Ustinov porta direttamente sul link di quanto successo il 22 febbraio.

In quella data si pensava ancora tutti al covid. Quasi tutti. Non so dove sia in questo momento la Ustinov. Spero lo sappia l’aviazione italiana. La Ustinov, dicono, monta dei missili ipersonici come quelli che oggi hanno colpito un deposito sotterraneo in Ucraina, quindi spero anche che, senza dir nulla, la facciano velocemente sprofondare da qualche parte e che resti introvabile per i prossimi 20 anni. Lo ripeto: non è russofobia. E’ semplice voglia di sopravvivenza.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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