RozzanoMilano città metropolitana

Raccoglievano denaro per la partita di droga. Sequestrati 800mila euro

Rozzano. Avete mai visto 800mila euro in contanti? Sono certa che in Italia in questo momento le persone che li hanno visti si contano sulle dita di una mano e sono i poliziotti che li hanno sequestrati e i due albanesi di 28 e 19 anni che li stavano trasportando.

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Cosa è successo a Rozzano

Gli agenti della squadra mobile di Milano ci sono inciampati quasi per caso. Stavano cercando dei narcotrafficanti, perchè avevano la notizia che un certo appartamento di via della Cooperazione era usato come base da alcuni albanesi. Lo scorso giovedì, l’11 febbraio, quindi, gli uomini della sezione antidroga della Squadra Mobile di Milano erano in zona che osservavano con attenzione i passanti, seguivano le facce già conosciute ed mettevano in atto tutte quelle strategie che permettono di curiosare senza insospettire. Il cancello del cortile delle palazzine in cui si trova l’appartamento lo avevano già individuato, era al civico 109.

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Via della Cooperazione 109

Ed è proprio da questo cancelletto, che dà su un parcheggio, che, alla sera tardi, sono usciti 2 giovani. Parlando di strategie, i giovani albanesi hanno attirato l’attenzione dei poliziotti in borghese perchè sono usciti insieme dal cancelletto e poi si sono messi a camminare distanziati, l’uno dall’altro, di circa 10 metri. L’applicazione di una metodologia incuriosisce sempre e così i poliziotti hanno iniziato a seguirli. Sono stati più bravi dei due albanesi, che non si sono accorti di nulla e dopo aver camminato per circa 150 metri, sono arrivati nel parcheggio del centro commerciale del Carrefour poco distante.

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Qui c’era un’ auto ferma ad attenderli. Uno dei due giovani si è avvicinato, ha preso una mazzetta di denaro contante consegnatagli dal passeggero, l’ha riposta sotto il giubbotto e ha ripreso la strada per tornare alla palazzina da cui era uscito, sempre seguito dai poliziotti.

L’altro ragazzo, che aveva sulle spalle uno zainetto, è rimasto nel parcheggio una decina di minuti. Poco dopo è arrivata un’ automobile di grossa cilindrata. Ne è uscito un altro uomo che si è messo a controllare la zona, facendo il palo., per essere certo che nessuno li osservasse. A quel punto, convinti dell’impunità di quanto facevano, il secondo albanese è salito sull’auto. Ne è sceso quasi subito, e anche lui si è poi diretto velocemente a piedi verso lo stabile. L’automobile di grossa cilindrata e i suoi occupanti si sono allontanati, ma sicuramente avremo notizia di loro fra qualche giorno.

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Nello zaino

A quel punto gli agenti della squadra mobile hanno deciso di intervenire. Mentre chi era al parcheggio fermava l’albanese con lo zainetto, gli altri entravano nell’appartamento in cui era rientrato il primo albanese. Nello zaino c’erano numerose mazzette di denaro contante, in euro, confezionate in involucri di cellophane sottovuoto, tipico confezionamento del denaro che arriva dalle attività riconducibili al narcotraffico.

Nell’appartamento gli 800mila euro in contanti

I poliziotti avevano intanto fatto irruzione nell’appartamento, e avevano trovato il primo albanese. In una stanza c’erano due borsoni da palestra e una busta in plastica, del genere delle shopper, pieni di mazzette di denaro contante
confezionate nello stesso modo in cui erano confezionate quelle rinvenute nello zainetto. Il totale complessivo è di 800mila euro, che ora finiranno sui conti correnti del ministero della giustizia.

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Sono stati arrestati e accusati di ricettazione. 800mila euro sono tanti, e fanno impressione, ma ai poliziotti saranno molto più utili i numerosi foglietti e block notes contenenti conteggi e movimentazioni di denaro, involucri di plastica già aperti, e i due telefoni criptati di nuovissima generazione, specie se sono riusciti a fotografarne i contatti prima che i dati fossero cancellati da remoto, ritrovati nell’appartamento.

I due albanesi

I 2 albanesi hanno 19 e 28 anni e sono in Italia da pochi mesi. Non sono stati in grado di provare la provenienza lecita del denaro, che è stato sequestrato. Non è stata trovata droga. Secondo quanto comunicato dalla questura, l’intero contesto presentatosi ai poliziotti porta a ritenere, in maniera quasi inequivocabile, che il denaro sia provento di attività illecite riconducibili al narcotraffico. Ora i due albanesi si trovano nel carcere di San Vittore.

Il narcotraffico

La Squadra Mobile, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, sta accertando se i due albanesi siano riconducibili a quell’anello della filiera del narcotraffico che si occupa della sola movimentazione del denaro: raccolta e trasporto oltre confine per l’acquisto di nuove partite di stupefacente. Per dare una spiegazione più dettagliata, le difficoltà date dalla tracciabilità del denaro, ha messo i narcotrafficanti nelle condizioni di dover trattare grandi cifre in denaro contante, e ogni volta che vogliono acquistare una grossa partita di droga, devono effettuare dei trasporti in denaro contante di somme tali che il denaro può provenire solo da altre attività illecite, come lo spaccio o la prostituzione.

Lo consegnano un po’ per volta, per evitare che le forze dell’ordine lo trovino e sequestrino tutto insieme. Ma alla fine la consegna al venditore, o al suo emissario, deve esserci . In questo caso la polizia è arrivata nel momento della raccolta. Con 800mila euro, i narcotrafficanti avrebbero potuto comprare circa 40kg di cocaina, da vendere poi sul mercato a circa 50 euro a dose, ricavandone almeno 2 milioni di euro.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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