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Borse di pelle di pitone indiano delle rocce

La polizia locale di Milano ha fatto sapere che la settimana scorsa ha sequestrato 368 accessori in pelle di pitone e di altri animali protetti dal protocollo Cities in due negozi di Milano e di Cernusco sul Naviglio.

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Le borse avevano un prezzo che variava tra i 580 e i 650 euro. Insieme a cinture, portafogli, portatessere e portachiavi sono stati trovati dagli agenti del Nucleo Antiabusivismo della Polizia locale di Milano. Erano stati realizzati con pellami di Pitone reticolato, Pitone delle rocce indiane e coccodrillo. 
I commercianti non sono stati in grado di esibire le fatture d’acquisto con relativo certificato rilasciato in base alla convenzione CITES, che regola il commercio internazionale di circa 35mila specie animali protetti e a cui aderiscono attualmente 183 membri tra cui l’Unione Europea. 
 
La commercializzazione di animali a rischio di estinzione, sia vivi sia morti, è subordinata al rilascio di un certificato che ne attesti la regolarità dell’acquisto, secondo l’accordo internazionale tra Stati che ha lo scopo di proteggere piante e animali a rischio di estinzione, monitorandone il loro commercio (Convenzione di Washington sul Commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione).

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La certificazione deve essere esibita su richiesta e le violazioni sono punite con sanzioni, previste da normativa nazionale, che vanno fino a 200mila euro e all’arresto da sei mesi ad un anno. 
Non potendo dimostrare che le pelli impiegate per realizzare gli accessori fossero state importate legalmente nel territorio italiano, i due distributori sono stati denunciati “per aver detenuto ai fini della vendita prodotti realizzati con esemplari appartenenti a specie animali protette senza la prescritta documentazione”.

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Ma ora che fine faranno le borse di pitone?

Questa è una bella domanda, che varrà la pena di porre alla polizia locale di Milano. Infatti se si trattasse di animali vivi, sarebbe chiaro che tornerebbero nei loro habitat naturali, o consegnati a qualche oasi o safari. Trattandosi, invece, di oggetti di moda, borse e cinture, di animali morti che fine faranno? Invecchieranno nei magazzini? Saranno vendute all’asta e il denaro sarà utilizzato per migliorare il protocollo Cites? Oppure saranno restituiti ai commercianti se questi riusciranno a dimostrare che le hanno acquistate legalmente? La notizia è quindi in aggiornamento.

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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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