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Fino all’ultimo Miglio. Ciò che rimane del federalismo

Milano. Lo scorso 16 gennaio nella sala Pirelli dell’omonimo palazzo sede del consiglio regionale della Lombardia, si è tenuto in convegno sul federalismo e sulle idee del professore e ideologo Gianfranco Miglio e sulla evoluzione storica delle proposte politicbe del federalismo per l’Italia. Il titolo “Federalismo, Fino all’ultimo Miglio!”.

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Centro revisioni a Tradate

La notizia non è nel convegno. E’stato organizzato alle 15 di un giorno feriale. Quindi era destinato agli addetti ai lavori o al massimo ai dipendenti della regione e ai consiglieri regionali. Il palco ha però mostrato una parte della Lega Nord diversa da quella cui ci ha abituato Matteo Salvini negli ultimi due o tre anni. Anche se gli attacchi al salvinismo e al sovranismo sono state porte con moderazione e tatto politico. Sul palco c’era il passato, il presente e il futuro rappresentati dall’ex eurodeputato Mario Borghezio, dal consigliere regionale Massimiliano Bastoni, dal giovane e intraprendente militante leghista milanese Pietro Baiardo Virgadamo, dall’assessore in regione Lombardia alla cultura e autonomia Stefano Bruno Galli e dal giovanissimo capogruppo della Lega a Biella Alessio Ercoli. Il convegno è stato moderato da Diego Gelmini, giornalista e autore del libro “Diamoci del nord”.

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L’organizzazione è del consigliere regionale e comunale Massimiliano Bastoni e di Pietro Baiardo Virgadamo. Ce lo presenta proprio Baiardo.“Il convegno nasce da una convinzione, quella che parlare di federalismo non significhi parlare di passato, ma significhi parlare di una necessità. In un momento storico dove siamo governati da Parassiti, il Federalismo è la nostra sola speranza”.

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Non tutto è perduto

Ascoltare giovani con meno di 30 anni parlare di federalismo e di autodeterminazione dei popoli dá una sensazione di “non tutto è perduto” che scalda il cuore dei vecchi. In loro vedono la continuazione delle speranze e dei propri sogni. La loro generazione ha dovuto accettare di aver perso una guerra vitale, quella dell’indipendenza della Padania e della sua costituzione come libera nazione confederale, che ha dominato la scena politica italiana degli ultimi 30 anni. Una guerra persa non tanto per la forza dello stato centralista italiano, o per la mancanza di determinazione del popolo leghista, ma soprattutto per la mancanza di coraggio e della voglia di andare fino in fondo di quei politici che hanno guidato il movimento leghista.

Federalismo storico ma ancora irrealizzato

Il convegno ha toccato molti temi. Si è partiti dalla storicità del progetto, con il racconto dei ricordi delle memorie di Mario Borghezio, Massimiliano Bastoni e Stefano Bruno Galli. L’assessore leghista ha anche esposto la visione del Prof. Gianfranco Miglio, fino alla possibilità della loro attuabilità di oggi. A lui fra l’altro è affidata l’ultima possibilità di recupero da parte della Lombardia della propria identità ed economia. E’ lui che si occupa delle trattative con il governo italiano e dell’attuazione della richiesta di autonomia votata dai lombardi tramite referendum del 22 ottobre 2017.

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Autonomia e autodeterminazione

Dal convegno è emersa una visione autonomista convinta, presentata come l’unica cosa possibile per la salvezza del Paese. Una richiesta per decentrare il potere e, come detto durante il convegno dallo stesso Stefano Bruno Galli, per “garantire ai popoli di autodeterminarsi”.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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