Legnano senza casa. Cardiopatico dorme in macchina. La preghiera al commissario
Legnano. Una famiglia divisa dopo lo sfratto. La mamma e la figlia sono ospiti da amici, il papà cardiopatico dorme in auto.
Il Sicet, sindacato inquilini di Legnano ha scritto una lettera, anzi una preghiera, al commissario prefettizio che sta governando ora Legnano. “Ci aiuti a trovare una sistemazione per questa famiglia che, oltrettutto, è stata vittima della burocrazia. Infatti aveva tutte le caratteristiche per partecipare al bando delle case popolari. La loro domanda non è stata accettata perchè non avevano il documento che provava che capofamiglia non avesse proprietà nel paese di origine, la Gran Bretagna. Il documento è arrivato dopo la scadenza del bando” racconta Gianangelo Biniaghi del Sindacato Inquilini Casa e Territorio di Legnano. ”
Bienaghi aveva già scritto rima dello sfratto anche all’ex sindaco di Legnano, G.B. Fratus, ma non vi era mai stata risposta. ” L’unica persona che ho visto davvero disponibile nei confronti di questa famiglia e che ha tentato di aiutarli è stato l’ufficiale giudiziario, che ha rimandato lo sfratto fino all’ultimo secondo, usando qualunque mezzo lecito esistente”.
La storia di questa famiglia
Non faremo il nome delle vittime di questa situazione perchè non vogliamo che possano averne un danno. Useremo le iniziali. M.C. è inglese, e abitava a Legnano con la moglie e con la figlia. Una famiglia dignitosa ma monoreddito. Lavorava solo lui. Si è ammalato di cuore, e come capita alcune volte in questi casi, la malattia e il non poter essere più “come prima” ha portato alla diminuzione dell’orario di lavoro. Oggi M.C. lavora due ore al giorno e lo stipendio che porta a casa è quello relativo al suo impiego. Pochi euro la settimana. Questo ha portato la famiglia a dover scegliere se mangiare o pagare l’affitto. Lo sfratto è arrivato inesorabile il 9 maggio. Il sicet ha provato al via del bando delle case popolari, vi erano tutti gli estremi e le caratteristiche, meno una. M. C. è inglese e doveva dimostrare di non possedere immobili nel suo paese di origine. Il documento c’era ma è arrivato dopo la chiusura del bando delle case popolari.
La lettera
Legnano 28/05/2019. Gent.le Dott.ssa Cristiana Cirelli. Commissario Comune di Legnano
Oggetto: Situazione abitativa signor C. M. A.
Gentile dott.ssa Cirelli, come responsabile del sindacato inquilini, SICeT-CISL, sono a sottoporvi una situazione indegna di una società civile, per cui, purtroppo, con i servizi sociali non siamo riusciti a trovare una soluzione, e che oltretutto, a Legnano, non è l’unico caso verificatosi negli ultimi mesi. Scrivo per portare alla Vostra attenzione la situazione del signor M. C. che nei primi giorni del mese di maggio è stato sfrattato per morosità poiché a causa di una cardiopatia che non gli consentiva di fare eccessivi sforzi, gli è stato ridotto l’orario di lavoro a dieci ore settimanali e non era più in grado di far fronte al pagamento dell’affitto. Dopo lo sfratto il signor C. è costretto a dormire in macchina, mentre la moglie e la figlia hanno trovato un ricovero di fortuna presso a degli amici. L’unico che ha dimostrato sensibilità verso questa situazione è stato l’ufficiale giudiziario, il quale ha concesso alcuni rinvii, nonostante le pressioni della proprietà, affinché l’inquilino potesse trovare una diversa soluzione abitativa, che purtroppo, essendo la famiglia del signor C. monoreddito non è stato possibile trovare. Oltretutto, questa famiglia è stata vittima della burocrazia, aveva infatti tutti i requisiti per ottenere un alloggio sociale (ERP), ma non ha potuto presentare la domanda per un cavillo che la Regione Lombardia ha introdotto recentemente. Il signor Carter, essendo inglese di nascita, doveva presentare un documento rilasciato dal Regno Unito con il quale si testificava che lo stesso non possedeva beni immobili in quel Paese. Purtroppo la dichiarazione è arrivata dopo la chiusura del bando, (mi chiedo a cosa serva l’autocertificazione?).
La conseguenza è che il signor C. M., da due settimane, dorme in macchina, nella stessa via dove risiedeva prima dello sfratto, non avendo neppure le risorse economiche per poter renderla legalmente idonea alla circolazione; la moglie e la figlia diciassettenne dormono in uno scantinato, messo a loro disposizione da un’amica. Costringere una persona cardiopatica a vivere in queste condizioni è un atto di totale irresponsabilità civile. Il silenzio delle istituzioni è inaccettabile moralmente, indipendentemente o meno dalle responsabilità di chi sta subendo questa violenza. Auspichiamo un Vostro intervento affinché possiate trovare una soluzione a questa incresciosa situazione. Distinti saluti.
Per il SICeT il responsabile di zona Gianangelo Bighiani
E’ passato un mese dal 9 maggio e nessuno pare, a Legnano, volersi occupare di rispettare il diritto alla casa che la Costituzione protegge. Ora si spera che il commissario del comune di Legnano, che non ha le preoccupazioni di un sindaco, abbia il cuore di mettere mano al problema e trovare una casa popolare a M.C. e alla sua famiglia. Giusto perchè i legnanesi non debbano vergognarsi, sapendo che i loro concittadini dormono in strada perchè hanno perso la casa.
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Come é possibile che storie del genere esistano? Come si riesce a sfrattare qualcuno che sta male? Parliamo tanto che siamo uno stato civile, ma poi trattiamo i meno fortunati come le bestie. E queste cose si scoprono sempre troppo tardi.