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Perde la casa per un errore del Comune di Milano. Ora vive in tenda

Milano – Ieri lo sfratto di O.M. e del suo cane Mira dalla casa popolare nel difficile quartiere Segesta. Non aveva diritto di stare nella casa in cui è nato e in cui vive da 50 anni. Ora è accampato nel cortile di quella che è stata la sua casa e vive in una tenda. La solidarietà dei vicini di casa e il comportamento del Comune di Milano, che ha di fatto causato l’errore ma che se ne lava le mani. Dopo che avremo raccontato cosa hanno fatto, riusciranno a rimediare?

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Tra Selinunte e Segesta. Nei quartieri difficili

La storia che sto per raccontarvi è una di quelle che dimostrano come a Milano ci siano due città. Quella dei più poveri che più poveri è difficile essere, e quella dei ricchissimi. Quella tutta chic, delle week e delle piste ciclabili che tanto piacciono all’amministrazione di Beppe Sala e quella degli italiani che vivono ai margini della città e che perdono la casa popolare e finiscono sotto una tenda, per strada. Non è una storia di migranti economici o di delinquenza. E’ una storia di italiani, di persone nate e cresciute a Milano, nei quartieri del primo hinterland. Non vi dirò il nome del protagonista. Non vi dirò nemmeno il vero nome del suo cane. La notorietà su internet gli ha già causato troppi guai. Per voi, loro saranno Oscar e Mira. Il quartiere è il quadrilatero fra piazza Segesta e piazza Selinunte.

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Il fatto lo racconta Ascom 7

Ho conosciuto Oscar qualche giorno fa, tramite il comitato di quartiere Ascom7. Raul Bonomi, il presidente, mi ha chiesto di aiutarlo a risolvere il problema di Oscar. Oscar è disoccupato ed è stato chiesto lo sfratto esecutivo dalla casa Aler in cui è nato e ha sempre vissuto. La prima notizia parla di morosità e di un debito di quasi 80mila euro nei confronti di Aler. Sono caduta dalle nuvole. La fascia protetta di Aler prevede un affitto di 25 euro al mese e non avevo mai sentito parlare dello sfratto di un disoccupato dalle case popolari.

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Parliamo con l’avvocato di Aler, un persona gentilissima che ci dà tutte le informazioni che servono. Si tratta del 17esimo acceso dell’ufficiale giudiziario. Nessuno in questi ultimi anni, si è mai presentato agli uffici di Aler. Nonostante i tanti accessi, nessuno ha aiutato Oscar e i suoi fratelli a districarsi fra le pratiche burocratiche. Quindi rimane solo una soluzione. Andare insieme negli uffici Aler di via Newton e cercare di capire cosa sia successo.

L’errore del Comune di Milano

Dopo la morte dei genitori di Oscar, tra il 2003 e il 2004, l’appartamento era stato assegnato al fratello maggiore. A parte un breve periodo, Oscar ha sempre vissuto con i fratelli. Hanno tutti la residenza in quella casa. Man mano, però, i fratelli si fanno la loro famiglia e infine arriva anche il momento del fratello più grande. Oscar rimane da solo ma non riesce a trovare lavoro, quindi non paga l’affitto. L’avvento degli smartphone e delle facili ricerche Google permettono di scoprire facilmente un brutto periodo del suo passato, circa 20 anni fa, e molte opportunità gli sono negate. Da quelle parti nessuno sa cos’è il diritto all’oblio di Google. Ma la cosa più incredibile è ciò che è successo allo sportello Aler.

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Infatti è qui che si scopre che Oscar non risulta vivere nell’appartamento. Non è negli archivi dell’Aler, nonostante il Comune gli abbia dato la residenza. Non c’è nessuna anagrafica che lo riguarda. Lo sfrattato non è lui, ma il fratello che non vive più lì da anni. “Come, non ci sono? Ma se sono nato lì “dice un po’ costernato Oscar. Il gioco dello scaricabarile è iniziato. Aler dice che l’anagrafe del Comune non avrebbe dovuto dar la residenza a Oscar senza la documentazione Aler, e il comune dice che non ha l’obbligo di avvisare Aler delle residenze concesse.

Oscar e Mira

Il risultato di questo scaricabarile è che Oscar, e il suo cane Mira, sono stati sbattuti fuori dalla casa popolare. Ora vivono in una tenda monoposto posizionata nel cortile. Hanno la solidarietà dei vicini e degli amici, che portano loro da mangiare e che aiutano Oscar, dividendo ciò che hanno. Milano ha invece un italiano in più che vive per strada con la residenza in una tenda.

La buona notizia?

In questa storia c’è anche una buona notizia. Infatti, dal momento che Oscar non esisteva per Aler, e il fratello non abita più lì da anni, non dovrebbe esistere neppure il debito da 80mila euro nei confronti di Aler. Perlomeno, dovrebbe essere così… forse.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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